«In qualsiasi altro Paese un candidato nella situazione di Beppe Sala si sarebbe già ritirato». É il commento con cui il candidato sindaco dei 5 Stelle Gianluca Corrado ieri mattina ha accompagnato la consegna - nelle stesse ore a Roma - un'interrogazione alla Camera del Movimento sulla falsa dichiarazione patrimoniale resa dall'ex commissario Expo nel febbraio 2015, un anno prima di diventarel candidato sindaco del Pd. La grana dell'autocertificazione che Sala ha dovuto firmare secondo il «Decreto Trasparenza», a garanzia che non ci fossero conflitti di interesse, lo accompagna dall'inizio della campagna e non si è chiuso con la pubblicazione on line dei 730 degli ultimi cinque anni. Anzi. Sala pensava di lanciare un'operazione trasparenza ma ha alimentato nuovi dubbi, perchè alla «distrazione» sulla casa in Svizzera che non compariva sul documento «incriminato» ma almeno sul 730, si sono aggiunte le amnesie su un business immobiliare a Bucarest, in Romania, e la partecipazione del 20% delle azioni di Kinergy, società che gestisce parchi fotovoltaici in Puglia. Senza contare una quarta mezza verità sulla villa al mare di Zoagli in Liguria, quella progettata dall'architetto di Expo De Lucchi (questione che già sollevò un polverone durante le primarie del Pd). Nella dichiarazione dei redditi riferita al 2014 è effettivamente catalogata come abitazione, ma nel documento firmato a febbraio 2015 torna ad essere solo un terreno. I 5 Stelle vogliono andare a fondo. A Milano c'è già un esposto in Procura presentato fa dal consigliere Fdi Riccardo De Corato. A Roma, i deputati grillini chiedono formalmente al Ministero dell'Economia e delle Finanze, socio della società Expo, «se sia al corrente di questi fatti, se ritenga necessario approfondire trasmettendo le informazioni e la documentazione in possesso alle autorità competenti ai fini delle opportune indagini e verifiche e se risultino essere state applicate le sanzioni di cui all'articolo 47 del decreto legislativo n. 33 del 2013 (sanzione amministrativa pecuniaria da 500 a 10mila euro a carico del responsabile della mancata comunicazione). Al di là dell'eventuale multa pecuniaria, per la falsa attestazione si rischia anche l'interdizione dai pubblici uffici». Un imbarazzo per il governo Renzi. Beppe Sala taglia corto: «Ma facciano tutte le interrogazioni che vogliono. Se posso essere un buon bersaglio su cui perdere tempo, buon per loro». Corrado ieri sul Corriere ha ammesso che tra Sala e lo sfidante del centrodestra «è meglio Stefano Parisi, è più capace e trasparente». Per tentare di uscire (almeno) dalla polemica sui conti nascosti di Expo, Sala ha anticipato che «l'assemblea dei soci renderà chiari i numeri, ho consegnato un verbale dei risultati ai liquidatori e usciranno sorprese, i risultati saranno anche migliori di quello che avevo ipotizzato io.
Per gli scettici, il vantaggio è che io lo firmo ma l'hanno fatto gli uffici». Il patrimonio netto, stando ai dati diffusi ieri dai liquidatori, salirebbe dai 14,2 milioni a 30,7. Il «rosso» comunicato a metà febbraio scenderebbe da 30,6 milioni a 23.ChiCa
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