Qualche giorno fa ha aggiornato l'immagine sul profilo di Facebook rimettendo quella con la divisa da comandante dei vigili, ruolo che non ricopre più dallo scorso 2 agosto.
Ieri mattina ha annunciato ai supporter (ma solo una decina sono accorsi in piazza con manifesti e cartelli): «Oggi inizia la mia ennesima e non voluta battaglia». L'ex capo dei ghisa Antonio Barbato ha presentato una memoria difensiva di 11 pagine ed è stato sentito per oltre due ore nella Commissione Antimafia convocata in Comune oltre due mesi dopo il polverone che ha portato alle sue dimissioni dalla Polizia locale e al ricollocamento in Amat come dirigente. Barbato era stato sentito il primo luglio come testimone dalla Procura in merito all'inchiesta antimafia che ha portato all'arresto di Domenico Palmieri e dell'imprenditore Alessandro Fazio, ha dovuto chiarire la sua posizione in merito a intercettazioni ambientali registrate durante un incontro con Palmieri e Fazio in un ristorante di via Gioia.
Nel documento Barbato ripercorre l'intera vicenda, attacca duramente l'assessore alla Sicurezza Carmela Rozza, contro la quale potrebbe aver già presentato una querela (prima di entrare ha riferito di aver «querelato organi di stampa, e non solo»). Se la prende duramente con l'ex pm di Mani Pulite Gherardo Colombo, presidente del Comitato per la legalità del sindaco che «nel giro di poche ore» ha rilasciato il parere negativo nei suoi confronti che lo ha poi portato al passo indietro: «Prima di emettere una valutazione così pesante sulla mia onestà e professionalità mi sarebbe piaciuto che mi avesse convocato per ascoltarmi». La sua veste ripete «è sempre stata solo quella del testimone, gli investigatori dopo i miei chiarimenti hanno ritenuto la mia condotta esente da censura. Ora credo sia giusto che io mi riprenda la mia dignità, non ho nessuna intenzione di fermarmi anche perché è stata una gogna mediatica». Riferisce che il sindaco e la Rozza erano informati dell'interrogatorio «già dal 3 luglio» e «mi avevano detto che era una cosa che poteva succedere». La posizione sarebbe cambiata dopo «il grande clamore sulla stampa dal 29 luglio. Non mi aspettavo un invito alle dimissioni». E ora ammette di voler tornare al suo posto «sono qui da 35 anni e credo di aver fatto bene il mio lavoro». Contesta all'assessore di avere due nuclei che rispondono a lei direttamente «5 vigili dedicati alle case popolari e tre alla comunicazione».
Sull'interessamento di Fazio ai bandi del Comune per la sicurezza (gli aveva proposto una app durante il loro incontro «di 10-15 minuti») riferisce di «aver preso il suo biglietto da visita per fissare un incontro, poi demandato ai miei uffici» e «prima dell'arresto per me, come per i vertici del tribunale, di Trenord, di Expo e dell'Inps a cui la società Securpolice ha fornito servizi, Fazio era solo un imprenditore, non un presunto esponente della malavita organizzata». E riferisce che «solo nel primo semestre 2017 sono stati 14 gli incontri con imprenditori che mi hanno presentato le proprie proposte, una di queste pervenuta direttamente dall'assessore Rozza il 6 aprile, mi chiese di incontrare l'agenzia di investigazioni Octopus». In realtà l'assessore invia una mail al comandante e in copia ai dirigenti della segreteria chiedendo «se cortesemente Barbato volesse incontrare» il soggetto che proponeva al Comune dei servizi di consulenza gratuita. Barbato è stato ricollocato con ruolo e stipendio da dirigente in Amat, al suo posto è stato nominato Ciacci «senza bando e proveniente dalla polizia di Stato - rimarca l'ex capo - di cui perlato l'assessore aveva già caldeggiato l'assunzione» come dirigente nel settembre 2016 «perchè vicino alla procura». Anche se lo staff fa sapere che la Rozza ha conosciuto Ciacci solo ad agosto.
Il centrodestra e i 5 Stelle chiedono che la Rozza chiarisca già lunedì in consiglio. «Ciò che è emerso è gravissimo - sostengono il capogruppo Fi Gianluca Comazzi e Manfredi Palmeri (Energie x l'Italia) - e getta ombre che devono essere al più presto chiarite. Agenti alle dirette dipendenze? Se fosse vero la Rozza dovrebbe rimettere le deleghe».
E David Gentili (Insieme x Milano) chiede di «andare a fondo sulle linee di comando». Il commento della Rozzaè lapidario: «Preferisco non infierire su un uomo ferito e che non ha ancora capito il peso della divisa che portava».
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