Orario anticipato perché gli operai a digiuno nel pomeriggio crollano

Orario anticipato perché gli operai a digiuno nel pomeriggio crollano

Arridatece i bergamaschi. Puntuali, di sana e robusta costituzione e con una fama da carpentieri e operai instancabili. Sarà anche merito, forse, di schiscette e bevande abbondanti, per resistere al caldo e alla fatica. È più o meno questo il senso degli esposti annunciati dai cittadini di via Eritrea, zona Certosa, dove sono in corso i lavori della strada di collegamento Zara-Expo che collegherà la città con il sito dell'Esposizione Universale. Un cantiere di forte impatto, sia acustico che sul traffico. Code, modifiche alla viabilità, i martelli pneumatici accesi per ore. I cittadini già sopportavano poco i lavori, da qualche giorno la convivenza col maxi- cantieri è diventata intollerabile. Motivo? Le ruspe hanno iniziato a scavare addirittura dalle 5 del mattino. Ci sono ritardi sulla tabella di marcia? A quanto pare, non è questo il motivo. Riferisce Enrico Salerani, capogruppo della Lega Nord nel Consiglio di Zona 8, che qualche sera fa un collega consigliere che risiede nelle vicinanze del grande cantiere della Eritrea-Expo, «che da mesi provoca disagi e polemiche» ha denunciato l'apertura anticipata dei rumorosi lavori. «Abbiamo subito pensato ad un ritardo per la consegna delle opere - spiega - ma questa ipotesi cozza col fatto che i lavori si interrompono nel pomeriggio quando invece, approfittando proprio della luce, potrebbero protrarsi fino alle 20 senza nemmeno usare i fari come avveniva nei mesi bui». La spiegazione reale l'ha ricevuta in cantiere una residente, che è scesa di casa esasperata all'alba a chiedere spiegazioni. «Il capocantiere - riferisce Salerani - ha spiegato che questo ritmo continuerà fino a che non terminerà il ramadan, perché gli operai altrimenti non stanno in piedi». I lavoratori musulmani devono rispettare il mese del digiuno, non possono consumare cibo dall'alba al tramonto. E col caldo già al pomeriggio, perdono le forze. Devono essere parecchi, se si arriva ad anticipare e fermare i lavori secondo le loro esigenze. «Viva l'integrazione - tuona il leghista -. I residenti non accettano tale sopruso, presenteranno esposti».

Non è questione di razzismo né di mancare rispetto alle fedi altrui. Ma gli operai che seguono il ramadan contano più dei lavoratori milanesi? Anche loro hanno diritto al riposto, e a non rischiare un colpo di sonno in ufficio perché passano le notti in bianco.

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