Centottantadue appuntamenti, di cui 156 concerti, in 94 luoghi: dai più classici a piazze, cortili, musei, palazzi, ma pure carceri e stabilimenti industriali. Un plotone di 2200 musicisti. Sono i numeri di MiTo, il festival che per la sua ottava edizione riprende a scorrere lungo l'asse Milano-Torino: debutta il 4 a Torino e il 5 (alla Scala) a Milano spingendosi fino al 21 settembre. Un festival per tutte le tasche, con appuntamenti ad ingresso gratuito o comunque accessibili. Ne parla in termini di «popolare» il top manager Francesco Micheli, patron di MiTo, anima dei salotti buoni di Milano, sempre in invidiabile equilibrio fra finanza, imprenditoria, passione per la musica (fu nel Cda della Scala, è figlio del pianista Umberto) e per la vela. Ieri, a margine della conferenza di prestazione della manifestazione, ha ricordato come già fece durante un incontro al Franco Parenti, che «dove c'è più cultura c'è meno malaffare, un argomento che mi sta così a cuore che, insieme al rettore del Politecnico di Milano e ad un gruppo di docenti universitari, ho commissionato una ricerca su questa materia alla società Makno di Mario Abis». Altra stoccata attorno al tema Expo: «Purtroppo non ha un cartellone culturale degno di questo nome. E mi auguro che l'iceberg di corruzione e malaffare emerso in queste ultime settimane serva per far riflettere i suoi vertici e per cambiare direzione. Bisogna avere il coraggio di promuovere più cultura e più consapevolezza del bene pubblico».
MITO torna con l'ampio ombrello di proposte, musica di diversi generi, tavole rotonde, incontri. Si apre con la Budapest Festival Orchestra diretta da Iván Fischer impegnata in un programma che rende omaggio a Claudio Abbado (Terza e Quarta Sinfonia di Brahms). Ha le sue punte in due solisti, entrambi pianisti: Martha Argerich e Krystian Zimerman. La Argerich arriva con l'orchestra giovanile brasiliana Neojiba , al suo debutto in Italia. Il polacco Zimerman suona invece con l'Orchestra Sinfonica Nazionale della Radio Polacca di Katowice. Altro pezzo forte di MiTo, l'Orchestra di San Pietroburgo diretta da Yuri Temirlanov.
Ma non è sul grande nome ormai lusso per pochi - che punta MiTo. Ogni anno aggiunge un nuovo pezzo al suo format. Come la rassegna cinematografica dedicata alla Grande Guerra. O i concerti nelle carceri di Bollate e San Vittore. A San Vittore, inoltre, un ciclo di incontri di Hamid Drake con i detenuti sfocerà nella registrazione di un brano raccolto nel disco prodotto ogni anno in carcere con canzoni composte e arrangiate dai detenuti stessi. Certo curioso l'esperimento sonoro «REKA Voci dal mondo», con Yuval Avital che dopo il successo al Sociale di Como ripropone la sua formula invitando il pubblico a partecipare alla creazione di un affresco composto da centinaia di voci.
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