Cronaca locale

Al Padiglione d'arte contemporanea il viaggio di Eva Marisaldi

L'artista espone fotografie, video e installazioni tra realtà e sogno

Al Padiglione d'arte contemporanea il viaggio di Eva Marisaldi

È ripartito con un «Trasporto eccezionale» la stagione delle mostre al Padiglione d'Arte Contemporanea di via Palestro. A proporre un percorso fuori dall'ordinario è Eva Marisaldi, artista bolognese, classe 66, che sfrutta la fotografia, il video, la performance e l'installazione. Il suo «Trasporto eccezionale» (fino al 3 febbraio) comincia con un vero e proprio Welcome, come s'intitola l'opera che accoglie i visitatori: si tratta di alcuni nastri da ginnastica ritmica azionati da bracci meccanici che si muovono a tratti coordinati, a tratti in maniera bizzarra. «L'opera funziona da benvenuto», dice l'artista, e a noi non resta che proseguire. La guida alla mostra, concepita sottoforma di dialogo con Emanuela De Cecco, è vademecum indispensabile per orientarsi tra le tante opere esposte. L'artista bolognese prende spunto dalla realtà, concentrandosi però sui suoi aspetti più nascosti e intimi. Li scorgiamo nei bassorilievi in gesso, dal formato simile alle cartoline, e poi nei disegni fotocopiati, messi in terra e fermarti con sassi, nelle incisioni su alluminio, nella carta da parati realizzata fotografando le impronte di alcune palline da tennis. I visitatori sono chiamati a salire a bordo della «Nastronave», una piccola e colorata stanza da proiezione che ospita una serie di estratti video che raccontato il lavoro dell'artista. Tappeto musicale (straniante): il verso delle locuste. Il suono, e il divertimento che esso genera, è uno degli elementi più singolari e importanti di questa personale: Marisaldi è attenta ai suoni naturali e a quelli musicali, ai suoni vicini e a quelli lontani. Registra in Madagascar «Musica per camaleonti», in una zona del Paese africano dove si concentra il numero più elevato di questi animali sulla Terra, e a Ravenna, sul molo Zaccagnini, «Porto fuori»: entrambi i lavori nascono dal sodalizio artistico con il musicista e compositore Enrico Serotti. Si girovaga in mostra senza una meta apparente, incontrando ora due cucchiai sospesi su fili come marionette in un lavoro dedicato ad Antonio Gramsci, ora un dispositivo che mixa contemporaneamente quattro dischi 45 giri.

La memoria, lo scorrere del tempo, gli spazi esotici e quelli domestici: ogni tappa va decifrata con pazienza e attenzione.

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