La «pace» romana ha fatto rientrare la fronda lombarda

La «pace» romana ha fatto rientrare  la fronda lombarda

Unità. È la parola d'ordine del Pdl ormai sulla rotta del ritorno a Forza Italia. E anche la riunione del gruppo Pdl/Forza Italia sancisce la volontà di non spaccare che arriva da Roma. I diciannove consiglieri del nutrito gruppo del Pirellone intendono andare avanti tutti insieme, con Silvio Berlusconi presidente. «Comunichiamo che il gruppo consiliare rimane unito?» chiede il coordinatore regionale del Pdl, Mario Mantovani. Tutti concordano e arriva la dichiarazione di compattezza. «Credo che il gruppo regionale lombardo lavorerà per mantenere l'unità del partito e per il rilancio di Forza Italia» dice Mantovani.
Il vicepresidente della Regione si è presentato alla riunione del gruppo con una fotocopia destinata a ciascun consigliere. Il contenuto della paginetta è la deliberazione dell'ufficio di presidenza del Pdl di venerdì 25 ottobre, quello in cui Silvio Berlusconi ha deciso l'addio alle cariche del Pdl. Nulla di segreto, ma una specie di memorandum di ciò che è accaduto e da cui non si può prescindere.
«Delibera la sospensione delle attività del Popolo della Libertà, per convergere verso il rilancio di Forza Italia già pubblicamente annunciato dal Presidente Berlusconi con un appello a tutti gli italiani che amano la libertà e vogliono restare liberi» recita il testo dell'ufficio di presidenza del Pdl. E ancora: «Affida al presidente Berlusconi pieno mandato politico e giuridico per attivare le necessarie procedure, anche attraverso le convocazioni degli organi statutari, per l'attuazione di questa deliberazione politica e gli conferisce le responsabilità connesse alla guida del Movimento per definire obiettivi, tempi e modi della nuova fase di attività secondo lo Statuto di Forza Italia». Insomma, pieni poteri al leader e fondatore del partito.
Il capogruppo, Mauro Parolini, espressione dell'ala cattolica che ha avuto il voto anche dai liberal non mantovaniani, spiega che la leadership di Berlusconi non è in discussione, anche se naturalmente rimangono le diverse posizioni su che tipo di partito deve essere Forza Italia: «Siamo alla fase delle tesi congressuali. Il partito cerca nuove forme e ogni singolo consigliere può esporre la propria posizione. Cerchiamo di mantenere il gruppo il più possibile concentrato sui temi di governo e di usare altre sedi per discutere di politica. Però discutiamo». E inevitabilmente si discute anche durante il gruppo, se non altro per sottolineare che tutti i consiglieri vogliono rimanere uniti. «Stiamo lavorando insieme, conserviamo il nostro equilibrio» sintetizza ancora Parolini.
Si parla della legge sul commercio. «Vogliamo sburocratizzare, semplificare, aiutare il piccolo commercio, portare i centri commerciali nelle aree dismesse e non nelle aree agricole» dice Giulio Gallera.

È al lavoro il tavolo Aler per chiudere la proposta di legge definitiva: si va verso l'azzeramento dei 13 cda, l'accorpamento delle Aler (che saranno probabilmente dimezzate) e la nomina di amministratori delegati da parte della giunta. Si procede con la riforma della sanità. L'obiettivo è andare avanti nonostante tutto.

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