Sarebbe piaciuta a Battista Montini la Messa per la sua beatificazione in diretta in Galleria? È la prima volta nella storia della città che una Messa, sia pure su maxischermo, si celebra nel salotto buono, luogo dei ristoranti, dei bar, dei negozi, dei turisti, del passeggio milanese. Non una Messa vera e propria, ma la diretta della Messa che il 19 ottobre Papa Francesco celebrerà in San Pietro, per proclamare beato Papa Paolo VI. Beato, esempio di vita e di virtù cristiane, per i credenti già davanti a Dio, in grado di intercedere dal cielo. Messa senza sedie, adatta allo struscio di chi attraversa il cuore ottagonale di Milano. Uno sguardo in alto per chi lo vuole, audio «gentile» per non disturbare chi non fosse interessato.
Diretta 4k, quattro volte alta definizione e con colori molto definiti, spiegano i tecnici, anche questa una prima volta per una trasmissione papale. «Paolo VI avrebbe gradito», dice Dario Viganò, sacerdote milanese, direttore del Centro televisivo vaticano, che lancerà il segnale diretto a tutto il mondo. Papa Montini, nato a fine Ottocento (accadeva nel 1897 a Concesio, Brescia), uomo della modernità. Figlio di un giornalista, amante della comunicazione, volle fortemente «Avvenire», quotidiano cattolico. «Gli sarebbe piaciuta questa diretta».
Arcivescovo di Milano dal 1954 al 1963, monsignor Battista Montini entrò in città il 6 gennaio 1955 sotto una pioggia torrenziale che lo infradiciò tutto. Due giorni prima aveva baciato terra, terra un po' fangosa per la neve, nello sbigottimento dei collaboratori, ripreso da una celebre foto. Uomo della modernità e della passione civile e politica, ricordato in un luogo simbolo, sotto le volte in vetro della Galleria Vittorio Emanuele, lì dove è passata tanta arte e tanta cronaca diventata storia.
«Restauri provvidenziali» ha detto Viganò, parlando dei ponteggi per il consolidamento della Galleria messi a disposizione grazie al Comune, a Prada e Versace, alle imprese al lavoro sul carroponte. L'assessore pd Carmela Rozza, alla presentazione dell'appuntamento, confida come il mondo, anche il suo, sia cambiato dai tempi di Montini: «Se lo sapesse mia madre che sarò alla beatificazione. Lei era molto cattolica, io sono atea. Non ci crederebbe».
Vescovo in un periodo non lungo ma ricco di momenti in cui vita religiosa e civile si intrecciano, come quando nel 1959 in Diocesi arriva il presidente francese Charles De Gaulle per l'omelia del centenario della battaglia di Magenta e delle celebrazioni per l'Indipendenza. Nel 1956 incontra gli operatori della Fiera: visiterà i padiglioni e celebrerà per loro la Messa ogni anno. Messa in piazza Duomo il primo maggio 1956 per la Festa di San Giuseppe artigiano, appena istituita da Pio XII come celebrazione cristiana del lavoro.
E la Missione per Milano, voluta per incontrare una città che sentiva allontanarsi dalla fede, va a presentarla ufficialmente a Palazzo Marino il 19 ottobre del 1957, quando era sindaco il socialdemocratico Virgilio Ferrari. Cinquantasette anni dopo, rieccolo beato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.