«Il Parenti? Ha 40 anni ma non li dimostra»

Incontrare Andrée Ruth Shammah è sempre un piacere. Anche adesso che, come dice lei, è sospesa tra due anniversari. Quali? chiedo con stupore. «Ma come, non se ne ricorda? Il ventennale della morte di Testori il 16 marzo, e il quarantennale della scomparsa di Gadda il 21 maggio! Possibile che proprio a Milano, nessun giornalista si sia legato un nodo al fazzoletto per ricordare la vita e la personalità dei più grandi lombardi del ventesimo secolo?»
Andiamo Andrée, non si arrabbi! Non è da lei che ha appena festeggiato il quarantennale del suo teatro, il Franco Parenti che nel'73 si chiamava Pier Lombardo...
«Intanto ci tengo a dichiarare che non è il mio teatro, anche se allora gli ho dato vita e continuo a erodere quel poco o tanto che mi resta dell'esistenza a salvaguardia di uno spazio dedicato all'intelligenza, alla cultura, al bisogno di confronto e di scontro non tra le varie etnie ma tra...»
Tra cosa?
«Tra le diverse anime di una capitale del gusto, del civismo, del rispetto e dell'ironia volute, descritte e cantate da chi ha fatto la storia letteraria della nostra città: da Cattaneo a Carlo Porta fino a Bertolazzi. L'ex- Pier Lombardo, da questo punto di vista, è un' istituzione prettamente milanese che dell'acre profumo che si leva dai Navigli ha fatto la sua bandiera portando in scena, oltre alla “Lulu“ una delle poche pièce scritte in italiano dall'autore del “Nost Milan“, quella “Ninetta del Verzee“ che persino i socialisti degli anni Settanta consideravano inadeguata a figurare nel cartellone di un teatro d'arte mentre invece...»
Invece su un palcoscenico come il vostro ebbe un trionfale successo nell'interpretazione di Parenti.
«Mi ha tolto le parole di bocca. Ma c'è ben altro. Il Parenti che è un organismo privato, ha impiegato risorse, mezzi e denaro contante a ristrutturare uno spazio che, signori miei, è di proprietà del Comune e non di Andrée Ruth Shammah come i soliti disinformati spargono in giro ai quattro venti».
Alcuni di loro si sono stupiti quando hanno appreso l'erogazione fatta al teatro di una cifra considerevole per la ristrutturazione di una piscina a pochi passi di distanza.
«Questi tali dovrebbero informarsi che questo denaro serve a rifondare l'attività della piscina per chi ne era e domani ne sarà di nuovo utente. E che il teatro a volte lo utilizzerà solo nel periodo di chiusura al pubblico per qualche raro evento».
Cambiamo argomento: cosa ci presenta questa stagione l'artista Andrée ovvero la regista Shammah?
«Solo due riprese. “Una notte in Tunisia“ di Trevisan ed “Esequie solenni“ di Tarantino. Il primo che evoca la figura di Craxi e il secondo l'incontro immaginario tra Nilde Jotti e la vedova De Gasperi».
Come mai niente di nuovo?
«Perché l'attività di organizzatrice tout court ruba il tempo necessario alla mia vocazione di regista. Che vorrebbe varare un'“Antigone“ fatta su misura per una giovane attrice da valorizzare e non può neppure immaginare quando e come le sarà concesso di pensarci».
E allora?
«Allora preferisco, con amarezza, rinviare sine die questa nuova bellissima fatica.

E limitarmi, da vecchia teatrante qual sono, a dar qualche consiglio disinteressato a Filippo Timi, divenuto per grazia di Dio, l'astro in piena ascesa del Parenti, che sta preparando un'edizione monstre del “Don Giovanni“»
Un'ultima domanda: come vede il futuro?
«Come un periodo di battaglia, che mi auguro non sia dominato dal lassismo preludio a quell'indifferenza che mina le coscienze e intorpidisce l'intelligenza, ma dalla volontà di costruire prendendo spunto da chi ci ha preceduto».

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