Chiara Campo
Stefano Parisi apre da Milano la corsa di Energie per l'Italia alle Politiche del 2018 («per le amministrative invece non avremo liste, non siamo pronti»). E prova a giocare sullo stesso terreno dei 5 Stelle: la propaganda on line. Da ieri ha aperto una sede in via Scarampo e una piattaforma web (www.energieperlitalia.com) dove potranno incontrarsi i militanti dei 120 circoli già sparsi in Italia e chi è interessato «a una politica liberale e popolare». Sono già in corso i blog su terrorismo, lavoro, imprese. L'ex candidato sindaco del centrodestra ne ha per tutti e spara (soprattutto) sui partiti che un anno fa lo hanno sostenuto alle Comunali: «Se i 5 Stelle sono arrivati al 30% vuol dire che uno su tre vuol farla pagare al centrodestra e Pd, questo lo si deve capire». Anche in funzione di future alleanze. «Noi non chiudiamo la porta a nessuno» premette, ma «a Forza Italia serve un rinnovamento vero, gente brava che non fa politica per arricchirsi. Ha perso 10 milioni di voti perchè non ha avuto la capacità di rigenerarsi. Noi non vogliamo partecipare alla fase finale di un movimento nato nel '94, ma costruire un soggetto politico nuovo. Anche i percorsi interni di crescita saranno fatti sul merito, sulla militanza, daremo premi in termini di punteggio ai circoli e alle persone che raggiungono risultati, organizzano eventi. Vogliamo un movimento in cui le posizioni siano contendibili, in Parlamento non vanno sempre gli stessi solo perchè hanno pacchetti di voti, i signori delle tessere». Niente «recinti per i giovani» nè «capilista bloccati». Ancora «no all'uomo solo al comando». Torna a ribadire che «non basta vincere, poi bisogna governare, le mie posizioni sono lontanissime dalla Lega». E boccia la doppia moneta lanciata dal leader di Fi: «Solo un compromesso» con il No Euro di Salvini. Fino al voto resterà consigliere comunale, poi si vedrà. L'azzurro Pietro Tatarella avverte: «Continuare a sparare su Fi non è dignitoso visto che siede in aula grazie anche ai nostri voti. Si presenti alle amministrative di giugno e dimostri quanto vale». Anche il capogruppo Fi Gianluca Comazzi chiede «più rispetto.
Arricchirsi? Ci sono amministratori che in un anno guadagnano 170 euro. Comunque gli diremo tutto quando lo vedremo finalmente in aula, ci viene poco». E Parisi stronca pure il referendum per l'autonomia lanciato dai governatori leghisti Maroni e Zaia: «Pura propaganda».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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