Parisi vuole salvare le opere di Dario Fo e ingaggia Ruggeri per la città della musica

Domani al Fabrique la chiusura della campagna elettorale di mr Chili

Uno scambio di gentilezze, una manifestazione di reciproca stima. Pochi giorni dopo che Dario Fo ha annunciato la sua tentazione di votare per Stefano Parisi, mandando in crisi Sala e compagni, oggi è il candidato del centrodestra a dare al premio Nobel gli onori che gli spettano e chiede di riportare a Milano i dipinti di Dario Fo, autore di bozzetti, tele, quadri. «Dico sempre che mi sento attore dilettante e pittore professionista - è una dichiarazione quasi provocatoria di Dario Fo -. I miei lavori teatrali spesso nascono come immagini». Insomma, un retroterra importante per l'artista noto non soltanto per il Mistero buffo.

Veniamo all'attualità. Dice Stefano Parisi: «È un vero peccato che Milano abbia perso una collezione così importante come quella di Dario Fo e che la città non sia riuscita a trovare una degna collocazione per questi capolavori. Più milanese di Dario Fo sinceramente non c'è nessuno. Da sindaco mi piacerebbe tra le altre cose impegnarmi per riportare questa preziosa collezione a Milano». Il candidato sindaco del centrodestra ha fatto questa promessa parlando a «Orario continuato» su Telelombardia, in riferimento al patrimonio artistico di Dario Fo e Franca Rame che ha trovato recentemente casa un po' in esilio, all'Archivio di Stato veronese.

Nei giorni scorsi a stupire era stato il mezzo endorsement di Dario Fo in favore di mr Chili, nonostante la sintonia tra l'artista e il mondo del centrodestra non sia mai stata piena. «Tra Sala e Parisi non so chi voterò, sono molto perplesso - aveva confidato Dario Fo a Un giorno da Pecora su Rai Radio 2 -. Per paradosso, la voglia è addirittura di andare a votare per la destra pur di levare di mezzo uno che ha fatto tutta la campagna senza dire come ha speso i soldi, come ha realizzato l'Expo e come è il debito e quanto si è perduto». Un attacco violento a Sala. Parisi ha accettato il quasi voto come un profumato e coloratissimo mazzo di fiori: «Se Fo mi votasse sarebbe un onore. Tutti quelli che vogliono modernizzare e rendere trasparente la politica sono certo che guardano a noi».

Gli artisti partecipano alla vita cittadina, ora che si tratta di scegliere il sindaco. Adriano Celentano, in una lettera al Fatto, ha dichiarato che nonostante qualche perplessità voterà Sala. Viene da pensare che sia per il comune amore ai Navigli scoperchiati: il Molleggiato li evocava nei suoi show, mr Expo ci ha scritto su un libro. Sala ha già arruolato in squadra il dj Linus. E Stefano Parisi non è da meno. Su suggerimento di Matteo Salvini, ha in mente un'alternativa. «Se Sala vuole Linus in giunta io invece vorrei chiedere una mano a Enrico Ruggeri, mi piacerebbe veramente che facesse qualcosa per Milano, la sua citta» la proposta del leader della Lega. E Parisi approva: «Ruggeri? Io personalmente lo amo molto. È una persona di una grande intelligenza.

Potrebbe darci una mano se lo vorrà per realizzare a Milano la città della musica». Nell'attesa la campagna elettorale di Sala si chiuderà in discoteca: festone finale domani 16 giugno alle ore 21 al Fabrique. Via Fantoli, Mecenate. Luoghi che non vogliono più chiamarsi periferia.

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