«Cinquantun anni, due figli, sposato, rispondo sempre al telefono. Dicono che ho un caratteraccio, io penso di avere un forte carattere». Luigi Pagliuca è candidato all'uninominale per il Senato a Milano.
Non è una piazza facile. È preoccupato di dover competere con l'ex condirettore di Repubblica, Tommaso Cerno, che ha una notorietà nazionale?
«Il mio competitor è una persona di spessore, ma è di Udine e lavora a Roma. Penso che non essere di Milano sia più uno svantaggio».
Quale sarebbe il suo vantaggio?
«Sono al secondo mandato da consigliere comunale, ho avuto un'esperienza da consigliere regionale, qui lavoro e ho cresciuto i miei figli, sono stato presidente dell'Ordine dei ragionieri commercialisti a Milano. Più radicato di così non si può».
Qual è l'attività da consigliere di cui è più fiero?
«Sono stato all'opposizione, così non ho potuto incidere e quel che ho fatto in l consiglio comunale non è paragonabile con quello che ho fatto in altri enti come l'Ordine dei ragionieri commercialisti e la cassa dei ragionieri. Dopo 18 mesi il presidente della commissione bicamerale di controllo sugli enti previdenziali ha dichiarato pubblicamente che la cassa doveva essere usata come esempio per tutti gli altri enti previdenziali».
Con quale progetto si candida per il Parlamento?
«L'adozione di uno studente per il percorso universitario. Il professionista riconosce le spese universitarie e le spese di trasporto e di vitto: qualche centinaio di euro al mese. Più il ragazzo diventa bravo e più il professionista è incentivato ad aumentargli il rimborso delle spese».
Lei ha battuto per reddito l'ex sindaco Giuliano Pisapia: il più ricco in consiglio comunale.
«Fino a due anni fa ero il più ricco, ma anche adesso non mi posso lamentare: ho sempre un compenso importante, sui 150mila euro. Guadagno bene e per me è la prova che non faccio politica per interesse».
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