Partenza a rilento per i saldi Baires prova a dare la scossa

Niente code in Montenapoleone o nei negozi in centro La «Notte bianca» del corso per rilanciare gli acquisti

Elena Gaiardoni

Sono tramontati i tempi delle megacode in via della Spiga davanti a Moncler o in via Montenapoleone davanti a Gucci? Anche i saldi non sono più quelli di una volta, verrebbe da dire, «forse perché siamo stanche del fatto che si cominci con il trenta per cento, per poi arrivare al cinquanta. Se è saldo è saldo. Partite dal cinquanta, e fine» dice Isabella, 28 anni, in corso Vittorio Emanuele. La luce calda, tra luglio e le ombre, l'attesa della partita Italia-Germania, e al di sopra di ogni parvenza sottile quella consapevolezza: le vittime dell'Isis in Bangladesh lavoravano nel settore tessile.

Erano nel vecchio paese della fame per fare la sempre giovane moda, il mondo vetrina, soldi e fru fru. Ecco che da ieri la moda ha i suoi martiri. La bellezza non è vanità ma costa i due soldi dell'esistenza. Soprattutto alle donne. Troppe le donne «trafitte» a Dacca. Ragazze, signore, madri e figlie che passeggiano per Milano, anche se sono alla ricerca di una camicia, lo rimarcano. Non lo dimenticheranno neppure gli stilisti. E' cominciato a piovere ieri alle 18, come se il cielo piangesse sopra il benessere tessuto da Aracne, ragno della tela del sacrificio.

Il bello va sorseggiato con parsimonia dicono i saldi estivi 2016. Lo shopping si fa prudente, non solo per la crisi, ma per una sorta di pudore dell'acquisto che prima non c'era mai stato. Il made in Italy è sempre più benedetto. Anche se hanno tentato fisicamente di ucciderlo, il made italiano è mano, forza, rinascita. Il 2016 segna i saldi della ripresa. Sono 152 gli euro a testa che i milanesi spenderanno a partire da ieri, contro i 150 della scorsa estate, per un giro d'affari complessivo di 446 milioni d'euro, totale stimato dalla Federmodamilano. Il frequentatore dello shopping saldato ha una meta in testa: il 35% di chi va al saldo sa già cosa comperare. Per questo non si concede alla foga del primo giorno, e i milanesi lasciano le code a chi viene da fuori, soprattutto ai giapponesi, gli stranieri più innamorati dei «sale» in questa città.

I punti più ambiti sono gli outlet e i centri commerciali. Quello di Arese ha partecipato ieri per la prima volta al torneo del ribasso, aderendo anche alla notte bianca dello shopping, come si è fatto in tutto corso Buenos Aires, sfidando il megapallone europeo, per scommettere sul fatto che, mentre fidanzati, compagni e mariti rimanevano a casa davanti allo schermo, le donne erano più libere di poter dedicarsi alla conquista della preda stagionale. Il centro commerciale di Busnago ha puntato sull'effetto vip, invitando allo shopping delle 18 Raoul Bova. Il cuore della città, ovvero San Babila, è in difficoltà, visti i lavori della M4, che in questi giorni riguardano l'incrocio tra via Foppa e via Washington. Il dimagrimento dei prezzi durerà fino al 30 agosto.

«Non è facile scegliere - confessa Cristina Isnardi dentro alla Rinascente -. Oggi le cose sembrano tutte uguali. Mentre una volta c'erano capi anche troppo smorti, oggi siamo passati dall'altra parte: colore in eccesso. Ma dov'è finito il nostro amato nero?».

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