Il pasticcio del Comune sul bando dei precari: a rischio 150 assunzioni

Il pasticcio del Comune sul bando dei precari: a rischio 150 assunzioni

«Io educatrice precaria del Comune di Milano, con altre mie colleghe aspettiamo con urgenza e ansia, che Lei Sindaco e questa Amministrazione ci diate delle risposte certe sulle nostre 150 assunzioni a tempo indeterminato. Ricevere la notizia che forse le nostre assunzioni non verranno più fatte perché è stato indetto questo bando di mobilità, mi ha sconvolta, delusa, agitata a tal punto da non dormire tutta la notte!». Scrive così sulla bacheca del sindaco Pisapia, Roberta, una delle insegnanti che l'altro giorno non ha fatto in tempo a fare i salti di gioia per l'annuncio del Comune di assumere 150 educatrici per nidi e scuole dell'infanzia che subito il suo entusiasmo è stato ghiacciato. Colpa di un altro bando dell'assessorato alle risorse umane, pubblicato l'altro giorno sull'albo pretorio che condiziona le nuove assunzioni alle richieste di «mobilità volontaria ai sensi della legge numero...» eccetera eccetera.
In sintesi, i 150 posti promessi ai precari milanesi sarebbero in questo modo invece a disposizione di educatori già di ruolo in altre città che vogliono venire a insegnare a Milano. I precari sarebbero così scavalcati da educatori in mobilità. Il mondo del precariato milanese dalla preoccupazione è passato alla protesta. Sul web tanto per cominciare con i post di decine di educatori che hanno scritto al sindaco e poi hanno telefonato in Comune per chiedere spiegazioni. Il tam tam dalla bacheca su Facebook del Comune è già pronto a fare il passo per diventare tutt'altro che virtuale. «Ragazze che ne dite di cominciare a contarci - scrive Laura - Quante di noi sono disposte a scendere in piazza?». La risposta sempre on line da parte dello staff di Pisapia non si è fatta attendere ma non ha dato soluzioni: «Abbiamo sollecitato (gli uffici in questione ndr) e ci hanno assicurato che in giornata avremo una nota chiarificatrice». Un'educatrice che ha interpellato l'assessorato si è sentita dire che sarebbe «un passaggio tecnico dovuto e che non mette in discussione quanto annunciato». Ma questo non ha messo l'anima in pace a nessuno. Come nessuno si sente rassicurato dal punto 3 del bando dove si legge che l'Amministrazione si riserva facoltà «di dare corso alla mobilità a seguito di sopravvenuti vincoli legislativi e/o finanziari o a seguito della variazione delle esigenze organizzative dell'Ente». Gli educatori milanesi chiedono al sindaco Pisapia che metta d'accordo i suoi assessorati e che vengano date risposte certe: quei 150 posti a chi andranno? Ai precari oppure agli insegnanti in mobilità? E allora, tiene a sottolineare, Laura «non voglio essere tragica ma bisogna anche cercare di comprendere il nostro stato d'animo. Immaginate noi educatrici da anni sempre precarie ovunque andiamo e qualsiasi cosa chiediamo (mutuo-finanziamento-auto) con il nostro contrattino nessuno ci può aiutare».

Quindi, la richiesta: «Vogliamo la cancellazione immediata di questo bando di mobilità. Avete pubblicato ovunque che abbattere il precariato è una cosa che questa amministrazione ha a cuore. Ora è il momento di mettere in pratica le parole e di non deluderci».

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