Pat, case in vendita e stipendi a rischio

Pat, case in vendita e stipendi a rischio

Il Trivulzio ce la sta mettendo tutta per riappianare il buco in bilancio ma è strozzato da un cappio sempre più stretto: quello delle banche e dei tassi di interesse sul debito, che stanno per schizzare a percentuali ingestibili. Il piano delle vendite degli immobili procede. Il patrimonio da dismettere ammonta a quasi 70 milioni di euro e da gennaio ad oggi, con gli annunci e le aste on line, si è già riusciti a piazzare appartamenti e immobili per quasi 4 milioni (praticamente la metà della cifra deliberata da mettere in vendita, pari a 7,7 milioni). Dati buoni, ma non sufficienti. Occorre dare un’accelerata all’operazione. Altrimenti sono a rischio gli investimenti per il futuro. E, temono i sindacati, anche gli stipendi per i dipendenti a maggio. «No - smentisce Francesco Longo, membro del cda - quelli li pagheremo. Finché le banche ci garantiranno il prestito continueremo a retribuirli».
Non è comunque roseo il quadro tracciato dal presidente del Pat Laura Ines Ferro e dal cda. Per questo l’obbiettivo è rinegoziare il debito con le banche, in scadenza a maggio con la prospettiva di nuovi tassi molto più elevati di quelli contrattati 5 anni fa: dello 0,75 quelli in scadenza, diventeranno di oltre il 4%. Praticamente il doppio della redditività lorda del patrimonio, al 2,2%, il quadruplo di quella netta, dell’1%. Con questo cambiamento, gli interessi passivi sui circa 60 milioni di debito «schizzerebbero» a 2 milioni di euro all’anno.
Per questo «non dobbiamo chiederci se vogliamo vendere - ha spiegato Francesco Longo - ma cosa vendere, perché la nostra dipendenza dalle banche è seria. Senza di loro a maggio non saremmo in grado di pagare gli stipendi, perchè siamo messi peggio dello Stato, il nostro rapporto debito-pil è oltre il 120%, e sprecare soldi per pagare gli interessi significa togliere risorse ai servizi. Mangerebbero tutti i risparmi che stiamo facendo».
Il piano vendite, da approvare, permetterebbe di piazzare case e stabili nel giro di 5, o al massimo 7, anni per «pulire i debiti e concentrare le energie sulla gestione dei servizi». Per definire cosa si venderà, il Pat attende i risultati della «property due diligence» in corso. Si partirà dalle cascine in cattivo stato di manutenzione e dalle singole unità in condomini di difficile gestione. Ma l’istituto non esclude «la possibilità di alienare stabili di pregio». «Se il mercato non vorrà quello che non è gioiello di famiglia - ha detto Longo - può darsi che il gioiello di famiglia dovremo venderlo. Cercheremo di evitarlo, ma se l’alternativa è pagare 2 milioni di interessi all’anno, meglio vendere il gioiello».
I vertici del Trivulzio stanno anche trattando con i sindacati degli inquilini per correggere i canoni degli appartamenti in affitto, che rappresentano la metà del patrimonio in possesso dell’istituto. Per i condomini che percepiscono oltre 36mila euro lordi l’anno (cioè oltre i 30mila euro in base ai parametri Isee), l’affitto salirebbe ai prezzi di mercato.

Per gli altri casi, si arriverà a stabilire un canone concordato.
Da sbloccare anche la situazione delle due nuove residenze prossime all’apertura: per cominciare ad assegnare i posti letto si attende il via libera della Regione Lombardia.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica