A Pavia «suona» pure Highscore: flauto, chitarra e giochi corali

Luca Pavanel

Colpi di mano agli strumenti per ritmare il brano di Ali Afshari, gesti inconsueti nel pezzo di Kenneth Lim i cui esiti tra strisciate e fruscii portano a pensare pure all'elettronica; e ancora, la cantabilità a tratti struggente nelle pagine firmate dalla giovane Svetlana Krylova. Quanti modi di scrivere e quanti colori sentiti e visti l'altra sera all'apertura di «HighScore», corsi d'agosto in quel di Pavia con mini-rassegna classico-contemporanea acustica giunto all'ottava edizione. Lezioni di esperti internazionali destinati ai migliori giovani compositori che arrivano dagli Usa, ma non solo; per l'edizione di quest'anno, anche con la presenza del compositore milanese Fabio Vacchi.

Dopo l'inaugurazione con il noto Quartetto Indaco già arruolato «nelle scorse edizioni per eseguire i brani e subito chiamato a suonare all'estero da grandi autori», spiega il compositore Giovanni Albini, tra i fondatori di questa proposta, e il recital di ieri del duo Franciamore-Shaikimova (clarinetto e pianoforte), questa sera - dalle 21.30 nella chiesa pavese di Santa Maria di Canepanova - è la volta del concerto degli Unassisted Fold, con Sonja Horlacher al flauto e Flavio Virzì alla chitarra, accompagnati dall'Highscore Choir diretto da Riccardo Lorenzetti. Le musiche di «Nyctophilia», come negli altri appuntamenti, composte dagli allievi, arrivati da oltreconfine, dei corsi.

«A questi brani, per l'ascolto, bisogna accostarsi con spirito diverso dal solito e con più apertura e libertà - conclude il maestro Albini -. Sono scritti da giovani che fanno ricerca e non offrono necessariamente il già sentito, il consueto, ma mondi nuovi a cui accostarsi, da scoprire...». Ed è questa sfida tra le altre, il loro «bello».

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