Una fase si è chiusa e quella che sta per aprirsi avrà grande importanza in Lombardia e a Milano, con un turno di elezioni comunali importanti nel 2017 e le Regionali che si avvicinano. Il centro è in grande fibrillazione e dentro Ncd-Lombardia popolare si discute già di prospettive e alleanze. I vertici romani del partito sembrano voler perseverare nell'alleanza col Pd e Matteo Renzi. Ma a Milano il punto di vista è diverso.
Anche sul referendum, l'Ncd lombardo si è diviso. Il capogruppo alla Camera, il milanese Maurizio Lupi, era per il Sì, come il coordinatore regionale Alessandro Colucci. L'ex governatore Roberto Formigoni per il No, come la gran parte del gruppo regionale e l'assessore Luca Del Gobbo: «In Regione - spiega Del Gobbo- se pur con numeri non altissimi, siamo sempre stati importanti. Le leggi più rilevanti sulle imprese sono venute da noi. Abbiamo lavorato bene sulla sanità, sul turismo. Il nostro ruolo è attivo e vogliamo continuare col mandato elettorale ricevuto. Poi non tutto dipenderà da noi, vediamo cosa accadrà nella Lega. Io mi auguro che la posizione moderata di Maroni continui ad avere la meglio. Auspico con Forza Italia un percorso liberale e popolare nel solco del Ppe». A Milano le spinte della base verso il centrodestra si sentono. «Un conto è un governo a tempo - commenta il vice coordinatore cittadino Federico Illuzzi - altro è dire, come ha fatto Alfano, che siamo pronti per un Renzi-bis. Queste cose danno fastidio. È una posizione tutta sua. Nessuno nella base è per andare col centrosinistra e infatti ci chiamiamo Nuovo centrodestra. Pronto a cosa? Pronto soccorso a Renzi? Io sempre avuto ben chiaro questo: non abbiamo niente a che vedere con Renzi. Certo i conti si fanno con la realtà e se l'alternativa sono Salvini e Meloni su Europa e immigrati... Io sono di centrodestra ma le categorie sono cambiate».
Colucci media: «Il posizionamento in Lombardia era già chiaro dalle amministrative, abbiamo scelto una coalizione alternativa al Pd, liberal-popolare e non estrema. E siamo quasi riusciti nel miracolo. In Lombardia governiamo in modo convinto. A livello nazionale il governo doveva far uscire il Paese dalla crisi e concludere le riforme. Ora vedremo cosa accadrà. Le definizioni di centrodestra e centrosinistra sono superate nella testa degli elettori. Noi stiamo in un'area liberal-popolare alternativa al Pd e non sono gli atteggiamenti estremistici a convincerci. Il nostro contributo a Milano e in Lombardia consente l'equilibrio necessario a fare le fare cose che servono. Noi non accetteremmo mai atteggiamenti estremistici e in Regione non ci sono. Il punto di partenza è questo».
Un eletto importante, il presidente del municipio 5 Alessandro Bramati, la vede così: «In Lombardia e nei municipi stiamo governando e abbiamo tracciato un percorso che ha l'ambizione di poter essere anche nazionale. Il tema politico è questo. Se c'è la disponibilità di tutti ad abbandonare gli estremismi e ragionare di cose da fare per la gente, il solco tracciato a Milano va avanti, almeno come prospettiva immediata». Ed è simile la posizione di un'altra eletta, Deborah Giovanati, assessore nel municipio 9: «Io mi sono candidata con Milano Popolare che ha contribuito a una coalizione alternativa al Pd di ispirazione liberal popolare come ha sempre detto Parisi.
Questa alleanza potrebbe essere ben riproposta sia alle Regionali che a livello nazionale. Gli estremismi non mi piacciono. E nel caso in cui prevalessero sarebbe legittima nel mio partito una riflessione sul da farsi».AlGia
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