A giudicare dal numero di persone che la segue sulla rete, i suoi 1339 followers su Twitter, Arianna Cavicchioli, nome della Cgil e degli ex penatiani, sembra in netto vantaggio sui suoi tre avversari nella corsa a segretario provinciale metropolitano di Milano. Il renziano della prima ora Pietro Bussolati può contare su 739 followers. C'è poi Arianna Censi, area Fassino e Franceschini, seguita da 165 persone. Ultimo classificato David Gentili, fermo a quota 49, nonostante possa contare tra i suoi supporter il multimediale Giuseppe Civati e l'assessore comunale Pierfrancesco Majorino.
Il regolamento prevede una netta separazione tra la parte nazionale e quella locale. Ma si sa: tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare delle correnti e fermarle non è operazione facile. Così alla fine i candidati milanesi sono quattro, proprio come i quattro candidati alle primarie nazionali dell'8 dicembre. E le logiche sono quelle del più classico posizionamento interno, con un gran rimescolamento in corso.
La sfida a quattro non segue il voto d'opinione e non insegue la società civile, esclusa dalla votazione in programma domani 26 ottobre (per il primo turno, il ballottaggio è il 4 novembre). Per scegliere il segretario, i criteri sono di partito che più di così non si può: per votare bisogna essere iscritti al Pd. E c'è anche il listino bloccato dei candidati alla segreteria, il tanto contestato Porcellum, che ha suscitato qualche malumore anche a livello locale (benché la norma arrivi diritta da Roma). Ma soprattutto c'è il ballottaggio, con tutto quel che ne consegue: apparentamenti e alleanze tra correnti.
L'incertezza dei risultati arriva dalla possibilità di fare la tessera del Pd il giorno stesso del voto. Gli iscritti milanesi al Partito democratico (come in generale ai partiti) sono in caduta libera: meno mille ogni anno. Al momento sono a quota 7mila. Iscriversi al Pd costa 15 euro: non moltissimo ma nemmeno abbastanza poco da invogliare a farlo solo per votare il segretario provinciale. Non è partita nessuna grande campagna di tesseramento. E così, ragionano nel Pd, c'è da attendersi che la partita si giocherà sugli equilibri di partito e di Circolo già esistenti e consolidati.
Arianna Cavicchioli, classe 1959, già sindaco di Rho, vice presidente del consiglio provinciale ai tempi di Filippo Penati, ha coagulato i bersaniani doc, gli ex penatiani e la Cgil: tra i supporter può contare su Maurizio Martina, Matteo Mauri e Onorio Rosato. Neanche a dirlo voterà Gianni Cuperlo. Una base ampia ma difficile da allargare al momento del ballottaggio.
Pietro Bussolati, 31 anni, bocconiano, segretario del circolo di Porta Venezia e dipendente Eni, già nel Comitato per Renzi, è il candidato renziano per così dire ufficiale. È probabile che sarà lui a sfidare la Cavicchioli al ballottaggio, se al primo turno le cose andranno come prevedono in molti.
Voterà Matteo Renzi anche Arianna Censi, ex sindaco di Locate Triulzi e consigliere provinciale, bibliotecaria con una passione per il sociale, espressione dell'AreaDem, sigla per dire coloro che fanno riferimento a Dario Franceschini e Piero Fassino.
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