Il Pd vuole Consigli a raffica Fermi: "No a inutili sfogatoi"

Pd all'attacco. E il presidente dell'assemblea regionale: "Una seduta a settimana per fare risse? A chi serve?"

Il Pd vuole Consigli a raffica Fermi: "No a inutili sfogatoi"

Qualcuno nel Pd vuole uno «sfogatoio» settimanale. Lo definisce così, il presidente del Consiglio regionale Alessandro Fermi, lo scenario di una seduta inutile - e pure costosa - in cui non si produce niente di costruttivo, limitandosi a una rissa fatta di accuse e controaccuse.

Non viene meno al suo aplomb istituzionale neanche nell'emergenza, Fermi. Anzi ripete che è il momento della responsabilità e che questo momento non terminerà con l'auspicata fine dell'emergenza sanitaria, ma dovrà coprire anche la fase altrettanto difficile della ricostruzione. Ammette che nella prima fase il clima è stato positivo. Ma riscontra anche che, negli ultimi giorni, si è deteriorato, di «accesa polemica». E non nasconde la sua sorpresa quando apprende che dal Pd è partita una nuova polemica. «Abbiamo depositato oggi, firmata da tutti i consiglieri di opposizione - ha detto ieri Pietro Bussolati - la richiesta di convocazione martedì prossimo». «La maggioranza non vuole convocare il Consiglio, Fontana si rifiuta di rispondere alle domande».

«In realtà, Fontana e Gallera hanno sempre relazionato» replica Fermi. Ma la sorpresa deriva soprattutto dal fatto che c'era un accordo fra i capigruppo: tre giorni fa avevano condiviso un (faticoso) accordo per una seduta fissata nel primo giovedì dopo Pasqua. L'ultima seduta al Pirellone si è tenuta martedì in composizione ridotta anche per garantire la distanza fra consiglieri. «Molti lavoratori garantiscono servizi essenziali - osserva - ed era giusto che anche l'attività istituzionale desse un segnale di presenza. Ha funzionato anche bene, ma la mia impressione è che nella parte di dibattito sia uscita un'animosità e una partigianeria che non servono. Certe polemiche sono frutto solo della volontà di mettere in cattiva luce l'operato della Regione».

L'accordo dei capigruppo prevedeva che sarebbe continuato il lavoro delle commissioni. «Anche per produrre qualcosa di concreto - spiega il presidente - che dia indirizzi veri per l'emergenza e per il dopo, e il dopo sarà il vero banco di prova, col rischio anche di tensioni sociali». «Ecco - prosegue - avevamo condiviso l'opportunità di prenderci settimana in più anche per non fare un Consiglio solo di accuse e controaccuse». Un Consiglio serio e plenario. Per rispettare le dovute precauzioni, ora, una seduta plenaria non può essere celebrata al Pirellone: serve l'auditorium Gaber. E fra dispositivi di protezione e impianti costerebbe 3.500 euro in più. «In quest'ottica - dice Fermi - avevamo deciso di rinviare i temi rinviabili. L'ottica era di non fare Consigli tanto per farli, sfogatoi. La gente bisogno di certezze, anche sulle regole, e speranze. Le difficoltà ci sono, era sono, ma complessivamente il ritorno che io ho è di un clima generale di fiducia e di approvazione per l'operato della Regione. Nessuno ha la bacchetta magica, ma in un momento simile è fatto il massimo».

Al Pirellone, nel centrodestra, la sensazione è che il Pd si sia scatenato, più dei 5 Stelle, proprio perché ha percepito questa fiducia. E anche le domande dei sindaci risponderebbero alla stessa logica.

A proposito dell'accordo sconfessato il capogruppo azzurro, Gianluca Comazzi, parla di un Pd «in stato confusionale», in cui «i suoi esponenti dicono tutto e il contrario di tutto, senza neppure consultarsi tra loro». E ai sindaci del Pd risponde con una serie di contro-domande sulle carenze del governo.

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