Performance stasera tra le grandi tele del pittore che fu pupillo di Testori

La grande pittura dialoga con la drammaturgia in via Mecenate dove, negli spazi post-industriali della galleria M77 è in corso la bella personale dell'artista milanese Giovanni Frangi. Tra i giganteschi quadri che interpretano «La legge della giungla», alle 20 si esibirà lo scrittore Aurelio Picca, autore per l'occasione del testo inedito «Ninja (dall'asfalto al sogno anestetico)». La nuova composizione, che verrà recitata dall'autore avvolto in un tradizionale chimono giapponese, è un omaggio all'opera di Frangi, artista che mancava dalla sua città da circa cinque anni. Nipote di Giovanni Testori che fu certo da stimolo per la sua creatività, Frangi è reduce da importanti esposizioni al museo MAXXI di Roma, al Museo Archeologico di Napoli e all'Orto Botanico dell'Università di Napoli. La mostra inaugurata nei nuovi spazi della galleria di Giuseppe Lezzi e che avrà luogo fino al 12 settembre, mette in luce un percorso pittorico che, a partire dall'analisi della natura, sviluppa un universo pittorico fortemente espressionista e solo in parte di matrice astratta. Per l'occasione, l'artista si confronta con nuove sfide cromatiche utilizzando spesso tele colorate che provocano uno spiazzamento percettivo rispetto al suo tradizionale segno che accenna, senza mai concluderli, i contorni di una natura a tratti selvaggia a tratti rassicurante. In mostra 24 opere quasi tutte di grande formato che, ancora una volta, sottolineano la propensione dell'artista verso un'estetica primitivista e quasi fauve. La forza visionaria delle forme e i potenti cromatismi saranno lo spunto per la performance di uno scrittore che ama il paradosso e che spesso mescola il lirismo con il rombo di motori, e i riferimenti Pop. Attraverso il testo Ninja, i due autori si interrogheranno in modo teatrale sul senso dell'arte e sul rapporto tra immagine, linguaggio e sogno.

Del resto, come sottolinea lo stesso Frangi, «le mie opere alludono spesso a spazi di una virtualità cosmica; è come se la giungla, invece che spuntare dalla terra, dal suolo delle città, si impadronisse del cielo, popolandolo di un verde spaziale, cosmico, universale».

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