Cronaca locale

Più cemento per rilanciare sei piazze e dodici capolinea

Nel nuovo piano del territorio sì a volumetrie libere a chi costruisce a Lampugnano, Corvetto, Centrale

Più cemento per rilanciare sei piazze e dodici capolinea

«Il progetto batte la regola». É lo slogan con cui l'assessore all'Urbanistica Pierfrancesco Maran ha lanciato in Triennale ieri le linee guida del nuovo Piano di governo del territorio (la «carta d'identità» della Milano del 2030 come ha tradotto bene l'archistar Stefano Boeri). Addio tabù sulla cementificazione, anche se la giunta garantisce che alla fine gli spazi destinati al costruito saranno il 4% in meno del Pgt targato Pisapia, ma questo perchè (ad esempio) si spostano volumetrie importanti dal parco Sud a zone di appeal come Loreto o l'area dei binari dismessi dietro la stazione Garibaldi che oggi è una landa desolata ma domani con il progetto sull'ex Scalo Farini sarà la nuova Central Park milanese. E al posto dei binari Maran sogna una Highline stile New York. Dunque, il Comune è pronto a concedere ai privati di andare oltre l'indice massimo di edificabilità (oggi è 1 mq/mq) se investiranno sulla trasformazione di 6 piazze lungo la 90/91 - Loreto, Maciachini, Lotto, Romolo, Trento e Corvetto - e su 12 nodi di interscambio, capolinea della metropolitana o delle stazioni ferroviarie, che «oggi creano insicurezza» ammette Maran. Mano (quasi) libera quindi a chi vorrà creare distretti finanziati e attività commerciali a Comasina, Bovisa, Cascina Gobba, Stephenson, Centrale, Garibaldi, San Donato, Rogoredo, Famagosta, Bisceglie, Lampugnano e Molino Dorino (e in generale negli «ambiti ad alta accessibilità», cioè a non più di 500 metri da una fermata del metrò), a patto di creare anche nuova edilizia residenziale in affitto. «Se il progetto migliora la città - dice Maran - non mi spaventano più volumi».

La creazione di alloggi low cost è un punto chiave del Pgt, e parte da un'analisi sulla popolazione nel 2030. I milanesi saranno 1,4 milioni (il 22% stranieri), circa 100mila in più del 2016. E si stimano 12mila over 85 e 50mila giovani in più. «Siamo tutti fieri di Porta Nuova e Citylife - premette il sindaco Beppe Sala - ma ora veniamo incontro ai giovani che scelgono Milano ma possono solo affittare e a prezzi contenuti. Dobbiamo metterli in condizione di vivere in un luogo che se non è centrale però è connesso a università e posto di lavoro». Da qui la concentrazione sui 12 capolinea. E in generale saranno incentivati con lo sconto sugli oneri i costruttori che negli ambiti accessibili realizzano housing sociale o quote di case in affitto calmierato. «Giovani e ceto medio hanno bisogno di case in affitto a prezzi accessibili e non al top di gamma» conferma Maran. E aggiunge il binomio urbanistica-creazione di lavoro. In che modo? Accorpando in un'unica categoria la destinazione d'uso produttiva, terziaria, ricettiva, servizi privati, così non si dovranno più perdere soldi e tempo per il cambio. «Era sbagliato e si bloccava la conversione» sostiene Sala. In alcune zone i privati piuttosto che svalutare la proprietà passando da uso uffici a industriale tengono sfitto. Senza costi potranno convertire anche a industria avanzata 4.0. Altre 6 maxi aree Bovisa-Goccia, Porto di Mare, San-Siro-Trotto, Ronchetto, Rubattino e Piazza d'Armi sono state scelte per «grandi sviluppi urbani», come ospedali, sistema universitario, spazi culturali, grandi impianti sportivi. Anche qui in attesa di una destinazione precisa (su piazza d'Armi è aperta la questione di «Casa Inter») le volumetrie sul Pgt resteranno volutamente libere. E Maran insiste con Milan e Inter che fanno melina sui lavori che le opere a scomputo oneri a San Siro e Trotto «potranno riguardare anche la riqualificazione dello stadio». Il Pgt, che andrà in giunta e poi in aula non più entro la pausa estiva ma a settembre-ottobre perchè il Comune studia come tutelarsi dal rischio ricorsi e dal blocco delle opere durante la fase di salvaguardia tra adozione in aula, raccolta delle osservazioni e voto definitivo (non prima di metà 2019) conferma la circle line ferroviaria voluta dal centrodestra e la riapertura dei Navigli, consente ai privati di ristrutturare alloggi popolari sfitti come opere a scomputo oneri, prevede un grande parco metropolitano (collegando parco nord e sud) e 20 nuove aree verdi di oltre 10mila mq. Non fosse per la sottolineatura del tema green, sulla carta sembra un Pgt più vicino a quelli degli ex sindaci Fi Albertini e Moratti che a quello ereditato da Pisapia. «É poco ideologico e molto pratico - dice Sala - in Italia nessuna città può avere una visione del genere, di città più larga, attrattiva, policentrica». E parte dicendo che il consiglio è fatto «di persone esperte che amano Milano, sia in maggioranza che opposizione» per arrivare a stringere: «La discussione non duri in eterno». Fabrizio De Pasquale (Fi) assicura «dibattito costruttivo. Bene che finisca l'epoca dei tabù sul cemento, il nuovo Pgt è più orientato alla crescita e allo sviluppo.

Ma più coraggio sui cambi d'uso e il trasloco del carcere di San Vittore».

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