Con la collana di concerti da aprile a giugno, sette ripresi da RadioRai e uno da Rai5, il Festival pianistico di Brescia e Bergamo da 55 anni attira nelle due città lombarde i migliori pianisti al mondo. Gli interpreti arrivano per recital solistici, ma anche al seguito di orchestre e direttori speciali. Un summit della tastiera frequentato da nomi leggenda e giovani promesse. Tante volte il Festival è stato il primo: per esempio a fiutare il talento del numero uno della sua generazione, Daniil Trifonov, in Lombardia prima che il suo nome divenisse sinonimo di eccellenza e prima che la casa discografica Deutsche Grammophon gli rifacesse il look trasformando il nerd degli inizi in un avvenente giovanotto delle steppe russe. Ora Trifonov è una star. Che evidentemente non dimentica considerando che tornerà a Brescia il 25 maggio (il 21 sarà alla Scala con la Filarmonica). Il suo è uno dei nomi di punta del cartellone dell'edizione in corso, e che si spinge - con concerti ogni dì - fino al 7 giugno. Il finale si tiene il 10 giugno a Milano, con il concerto agli Arcimboldi dell'Orchestra del Marinskij diretta da Valery Gergiev e Federico Colli al pianoforte. Fra i nomi in calendario, quello di Martha Argerich che dedica alla manifestazione tre date: dopo il 21 e il 22 suonerà anche martedì 24 aprile. Altro asso della tastiera, soprattutto nel repertorio russo, Mikhail Pletnev. Torna il sedicenne Alexander Malofeev, il ragazzo che l'anno scorso stupì il pubblico della Scala per le prodigiose qualità (un futuro Trifonov?). In coda a maggio, ecco il vate della tastiera, Grigory Sokolov. Non mancano i pianisti italiani: Colli, quindi Alessandro Taverna, Mariangela Vacatello, Mauro Bertoli, Andrea Bacchetti e Massimiliano Motterle.
Ai due palcoscenici di sempre, il teatro Grande di Brescia e il Sociale di Bergamo (il Donizetti è chiuso per restauri), si aggiungono il Teatro Romano, l'Auditorium San Barnaba e il chiostro del Museo Diocesano di Brescia. Quanto a Bergamo, si terranno concerti anche nella cattedrale e nell'aula magna dell'università di Città Alta. Novità di quest'anno, un circuito di concerti in località di provincia e un minifestival in omaggio a Debussy a cent'anni dalla morte. Ma il soggetto chiave del Festival, da sempre monografico, è Cajkovskij: autore di opere e balletti, incline al colore, agli incastri di oreficeria orchestrale e al palcoscenico, nonché firma del celebre Concerto per pianoforte e di una serie di piccoli pezzi pianistici.
La serata agli Arcimboldi con Gergiev, direttore-icona della musica russa, è un omaggio fuori casa alle nozze delle due città che da 55 anni collaborano condividendo mezzi e strategie.
Il successo della collaborazione fra due città egualmente operose e pragmatiche ma per il resto diversissime, schiva e introversa Bergamo, vivace e estroversa Brescia, si deve agli Orizio, prima Agostino ed
ora il figlio Pier Carlo: si sono inventati una manifestazione che ha sempre saputo coinvolgere il territorio. Nel frattempo, il festival ha creato anche un'orchestra al suo interno, diretta dallo stesso Pier Carlo Orizio.
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