Piastra Expo, Sala assolto: "Nessun favorito nell'appalto"

Cade l'accusa di turbativa d'asta per l'acquisto di piante. Si apre il nodo della governance per gestire l'evento 2026

Piastra Expo, Sala assolto: "Nessun favorito nell'appalto"

«Bene, un peso in meno». Per Beppe Sala la notizia che arriva ieri mattina dal tribunale è - sebbene attesa - un sollievo quanto mai opportuno. Un'altra delle accuse che erano state mosse al sindaco per gli appalti di Expo finisce in archivio: questo è il viatico migliore per l'operazione Olimpiadi, visto che proprio al «modello Expo» il primo cittadino ha fatto spesso riferimento per sostenere la candidatura ai giochi invernali del 2026. E la decisione di ieri porta argomenti a Sala per sostenere che Expo può essere indicata ad esempio non solo di efficienza ma anche di legalità.

L'imputazione che viene archiviata dal giudice preliminare Giovanna Campanile è quella di turbativa d'asta, che la Procura generale aveva mosso al sindaco in relazione alla fornitura di alberi e verde per l'esposizione, inserita nell'appalto per la piastra e poi assegnata a parte. La stessa Procura generale, dopo lunga riflessione, aveva chiesto il proscioglimento di Sala. E ieri il giudice Campanile nell'accogliere il suggerimento scrive che dalla gestione dell'appalto «non è derivato nessun ingiusto vantaggio o danno per alcuno dei concorrenti».

Resta aperta una sola accusa, che il medesimo giudice nel maggio scorso aveva ritenuto abbastanza fondata da spedire Sala sotto processo: la falsificazione del verbale di nomina della commissione che doveva aggiudicare la piastra, retrodatata per guadagnare tempo nei mesi frenetici del 2013, quando l'incubo di non finire per tempo i lavori si stava materializzando. Il processo a Sala per questa imputazione comincerà il mese prossimo. La tesi difensiva (visto che il documento è stato sicuramente falsificato) è che si tratti di un reato innocuo, anch'esso senza vittime come quello archiviato ieri. Un non-reato, insomma.

«Mi sembra che stia venendo fuori un quadro generale di mia correttezza», dice ieri Sala. Che però lo stillicidio di grane giudiziarie seguito alla sua esperienza alla testa di Expo lo abbia segnato, il sindaco lo dimostra chiaramente quando affronta il tema della governance delle possibili Olimpiadi. Quale sarà il soggetto incaricato di gestire l'evento? «Bisogna trovare una formula societaria, un ente di scopo o una fondazione. La società per azioni è il peggio che c'è. La formula più varia, ma non la spa!».

Anche se dice «alla fine in Expo con la spa è andato tutto bene», è chiaro che il sindaco sta pensando a una struttura in cui il numero uno non rischi di trovarsi ad evento concluso a fare i conti con gli strascichi giudiziari che lui invece ha dovuto affrontare.

Se Milano otterrà le Olimpiadi, dice Sala, «bisogna riuscire a trovare una persona con i poteri per sveltire le cose, ma con tutti i limiti non poter dare a uno solo tutto il potere».

Già non sarà facile trovare qualcuno in grado di svolgere questo ruolo: troviamo il modo di risparmiargli almeno il rischio degli avvisi di garanzia.

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