Pisapia aveva già lasciato Ora basta giunte part time

Dimissioni annunciate già un anno e mezzo fa

«Cinque anni fa, nel mio primo giorno da sindaco, ho interrotto una riunione per rispondere a una mail che era molto importante. Mi scriveva Irene, che aveva 25 anni. Diceva: non capisco come lei faccia a promettere la felicità. La felicità le avevo risposto - non viene dal possedere un gran numero di cose, ma dall'orgoglio del lavoro che si fa. La felicità è dentro di noi, non nelle cose fuori di noi. E lavorare tutti insieme, perché si crede in qualcosa, senza che ci spinga alcun interesse, è qualcosa che si può chiamare felicità. Ecco. Io oggi sono felice». Nell'ultimo giorno da sindaco, Giuliano Pisapia ha scritto una lettera di congedo ai milanesi «La buona politica non è stare attaccati ai ruoli, è servizio» ha sostenuto quando ha annunciato che non si sarebbe ricandidato, e ha continuato a ripeterlo c chi non comprendeva come potesse far correre il «rischio» alla sinistra di riconsegnare la città «ai Salvini e ai La Russa».Il Pd a trazione renziana ci aveva messo del suo, diciamolo, facendo circolare toto-nomi ancor prima che Pisapia iniziasse a meditare davvero sul proprio futuro. Pisapia si candida, non si ricandida, un tormentone a cui l'(ormai) ex sindaco ha dato risposta una domenica di marzo 2015: «Non farò il bis». Libero Matteo Renzi di cercarsi un uomo a immagine e somiglianza.

La campagna elettorale è durata un anno e mezzo, con le «pseudo-dimissioni» di Pisapia appena prima che iniziasse Expo. Milano ha avuto assessori a mezzo servizio, impegnati nella corsa delle primarie prima e nella riconquista niente affatto scontata di Palazzo Maroni quando il centrodestra ha turati fuori dal mazzo un asso non previsto come Stefano Parisi. Beppe Sala ha vinto al fotofinish. Ma sarà meno fortunato di chi lo ha preceduto, non troverà nei cassetti la stessa mole di progetti messi in cantiere dall'ex sindaco Moratti o da Albertini come successe nel 2011 a Pisapia.

Il Pd ha provato a mettere il copyright sulla trasformazione dello skyline che piace tanto ai turisti e alle riviste di design, ma è nata prima e nonostante l'opposizione della sinistra.

Sala ha già annunciato: «Voglio fare il sindaco per i prossimi cinque, anzi dieci anni». Forse per evitare di ritrovarsi nel 2020 con lo stesso fuoco amico puntato contro. Potrà accadere e se ne faccia una ragione. Milano non merità di ritrovarsi un'altra volta con un governo part time.

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