Una «cosa», orchestrata alle spalle del Pd, in riunioni carbonare con i fedelissimi. Giuliano Pisapia ha garantito giorni fa che non intende fondare un nuovo partitino, bensì fare da pontiere tra il Pd di Renzi e Sel che a Milano governa con la coalizione e fa opposizione al governo. «Il mio sogno è riunire il centrosinistra» ha spiegato in tv quando sono circolate le voci di questa «cosa». Ossia: una formazione che riunirebbe Sel, i sopravvissuti arancioni e i comitati civici che hanno come esponente di spicco in Regione Lucia Castellano, ex assessore della giunta milanese. Nessun partitino? Il Pd non se l'è bevuta. I Democratici sotto effetto Renzi hanno fatto il pieno di voti anche a Milano alle Europee, indebolendo l'autonomia del sindaco che fino ad allora aveva potuto governare senza render conto ai partiti. Con risultati finora deludenti, gli uomini di Renzi hanno già avviato i «casting» per trovare alternative all'avvocato arancione nel 2016. E ora il suo tentativo di costruirsi un futuro indipendente dal Pd con la «cosa» potrebbe, per effetto contrario, accelerare la rottamazione. I Democratici non prova neanche a nascondere che le mosse di Pisapia non sono state affatto gradite. «Vediamo prima di capire di cosa si tratta, certo è che poteva informarci - attacca il segretario regionale del Pd, renziano della prima ora, Alessandro Alfieri -. Per ora abbiamo solo letto i giornali, vorrei parlarne con lui insieme a Pietro Bussolati (segretario metropolitano) per capire quali sono i contorni e i confini della cosa. É legittimo che possa decidere di fare quello che vuole, soprattutto se si tratta di un carattere nazionale dove c'è spazio politico. Cosa diversa è se si tratta di un progetto costruito per le amministrative 2016, sarebbe come chiudere un profilo che è trasversale e parla a tutti. Se diventa leader di qualcosa di diverso e alternativo al Pd, riduce lui la propria portata». E a quel punto, probabilmente il candidato naturale del centrosinistra dovrebbe guadagnarsi il bis alle primarie.
Anche Bussolati alza ii paletti e marca i confini. «Se a Pisapia interessa la ricandidatura, nel 2016 ci sarà una coalizione che lo sosterrà - assicura -. Bisogna però chiarire ancora i contorni della coalizione, non si possono mettere assieme cose molto diverse tra loro. Ci sono stati in passato esperimenti con esito non felice. A Milano è necessario chiarire».
Il 12 settembre Pisapia sarà alla festa dell'Unità, al Carroponte di Sesto San Giovanni. L'anno scorso ricevette un accoglienza tiepida, questa volta rischia di infilarsi nella fossa dei leoni. E come nota bene l'esponente provinciale del Pd Roberto Caputo, «il dibattito confuso, tutto interno al centrosinistra e quindi poco appetibile per la città che si sta svolgendo sul nuovo soggetto politico rischia di indebolire Pisapia.
Oltretutto ci si occupa molto dei voti a sinistra del Pd, ma ben poco di quelle migliaia di elettori che hanno scelto temporaneamente alle europee il Pd, elettori mediani laici riformisti che spaventati potrebbero convergere verso altre dimore politiche».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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