(...) Come sapeva bene Tabacci, appunto. La spesa degli assessori a consuntivo era col segno più rispetto all'anno prima, governato metà dalla Moratti e metà da Pisapia. Ora il sindaco Giuliano Pisapia fa lo show e addossa ai tagli del governo la colpa della manovra da lacrime e sangue che sta cucinando ai milanesi. E prepara la sua missione domani a Roma con i ministri dell'Economia Fabrizio Saccomanni e delle Politiche Ue Enzo Moavero lanciando una «grande ribellione civile e civica che unisca tutti gli enti locali, per far capire le necessità del territorio che talvolta a Roma non si comprendono fino in fondo». É «d'accordo» con la richiesta del presidente dell'Anci su un anticipo di cassa dal governo a fronte della sospensione dell'Imu (circa 139 milioni per Milano l'incasso 2012 sulla prima casa) ma la compensazione «è il minimo e non basta. Credo che a nessuno - ha detto - piaccia l'imposta sulla prima casa, uguale per tutti e senza gradualità fra chi ha la possibilità di pagare una piccola imposta e chi non l'ha. É assurdo che lo Stato dia compito ai Comuni di ricevere dai cittadini le somme di un'imposta municipale e poi si prenda gran parte di queste». Pisapia ora fa il leghista: torna a chiedere che tutto l'incasso su prima e seconda casa possa essere gestito direttamente dai territori. Un'autonomia fiscale che permetterebbe di governare dal Palazzo anche sconti e incentivi. E chiede la revisione la Patto di stabilità, «non si pongano limiti là dove ci sono soldi da investire, noi avremmo almeno 300 milioni per le opere». Ma l'Imu non basta, ha avvertito. E va precisato che l'entrata non è mai stato esclusa dal conti: se non arrivasse la compensazione, da 250 il buco salirebbe a 390 milioni. Sperare che oltre alla copertura arrivino fondi extra è quasi utopia, ma «senza altri interventi» prepara il terreno, «i Comuni dovranno strangolare i cittadini». Non basterà il taglio a servizi essenziali. Il cappio virtuale si chiama Irpef, «è chiaro che dovremmo intervenire in quella direzione» conferma Pisapia. Salirà allo 0,8% con una soglia dell'esenzione a 15mila euro, per incassare 110 milioni. Il «buco» scenderà dunque a 140 milioni: circa 70/80 saranno recuperati dalle partecipate con i dividendi, una decina dall'edilizia (vendita di diritti di superficie), non si potrà calcolare una cifra forte dal recupero della morosità nell'anno in corso, ma tra i 30 e 50 milioni saranno aumenti di tariffe.
La Balzani ieri ha visto a Roma i viceministri all'Economia Casero e Fassina e il sottosegretario Expo Martina. «Ho ribadito che serve la deroga al Patto per Expo, è un evento per l'Italia». E ha presentato la specificità del sistema di trasporti a Milano: «Stiamo investendo su nuove metropolitane nonostante la crisi ma è molto costoso» e viene usato in maniera massiccia dai city users.
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