Pochi islamici in chiesa Scontro fra due «anime» delle moschee milanesi

L'asse dei «moderati» entra in Santa Maria In parrocchia la consigliera musulmana Pd

Alberto Giannoni

Qualcuno è entrato in chiesa, assistendo alla messa. Altri hanno fatto visita in parrocchia. Anche a Milano, alcuni dirigenti delle comunità islamiche hanno mostrato, con questi gesti, solidarietà e cordoglio alla Chiesa dopo il brutale omicidio di padre Hamel, sgozzato martedì scorso a Rouen da due terroristi jihadisti. In Santa Maria di Caravaggio, non lontano dalla moschea di via Meda, l'incontro più importante, con una delegazione del Coreis (il direttore Abdel-Sabur Turrini e l'imam Muhyiddin Bottiglioni) ma anche il direttore della Casa musulmana di via Padova, l'ambrogino d'oro Mahmoud Asfa, e con loro Maryan Ismail, esponente della comunità somala ed ex dirigente del Pd.

In San Leonardo la consigliera comunale del Pd e responsabile cultura Caim, Sumaya Abdel Qader, ha fatto visita alla parrocchia. «Abbiamo conosciuto la comunità della parrocchia e don Cesare - ha scritto - Ci hanno accolto con calore e ci siamo promessi un proseguo di scambi di conoscenza e amicizia. Le cose che contano: gesti di fiducia reciproca, rispettoe impegno allapace». «Facciamo in modo che non sia un evento spot - ha proseguito - ma che abbia un proseguo ricco e costruttivo. Facciamo in modo che non sia solo cosa fra credenti. Facciamo in modo che non sia "proprietà di alcuni" ma patrimonio di tutti».

A Santa Maria di Caravaggio c'era anche il consigliere comunale Matteo Forte, cattolico. «È stato un gesto non banale - ha commentato - molto più di una manifestazione o una dichiarazione d'intenti da parte di realtà associative che hanno il coraggio di non rimanere inerti difronte alla mattanza del terrorismo islamista». Certo, la partecipazione è stata piuttosto bassa. Alcuni hanno fatto notare che non c'era nessuno nella chiesa più vicina al centro di viale Jenner, o in Bovisa. E la base della comunità musulmana milanese è stata fredda. Luci e ombre. «Da credente - ha commentato Forte - penso che questo sia il primo frutto generato dal sangue versato da padre Jacques. Da politico noto invece che hanno partecipato rappresentanti di un certo islam e non di un altro. E anche di questo bisognerà tenerne conto». Qualcuno, per spiegare lo scetticismo, ha evocato il «peccato» che avrebbe commesso, secondo gli ortodossi, chi è entrato in chiesa partecipando a una messa cristiana. Soddisfatta ma critica la Ismail: «Mi rammarico - ha detto - che alcuni tra noi mussulmani abbiano usato sottili ed ambigui distinguo, limitandosi a visitare solo parrocchie.

Reputo perciò che ci sia molto da chiarire, perché non vi può essere spazio per comportamenti ambigui, sopratutto per chi ha un ruolo istituzionale. Ed è questa l'ennesima contraddizione "di sostanza" che la consigliera Abdel Qader non riesce a superare».

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