Un pool «anti-estremisti» in scuole, carceri e periferie

La proposta di Parisi per prevenire la deriva jihadista: «Unità pronta a intervenire se ci sono segni di allarme»

Chiara Campo

Creare un'Unità specializzata nella «contro-radicalizzazione» islamica. In pratica, una task force formata da esperti, psicologi, agenti competenti sul tema dell'anti-terrorismo. Stefano Parisi, capo dell'opposizione a Palazzo Marino, aveva già programmato la presentazione di un piano di proposte a giunta e consiglio per affrontare il nodo moschea e integrazione e «la strage di Nizza - ha ribadito ieri - mette in luce con ancora più evidenza quanto sia necessario prendere una posizione chiara e senza ambiguità sul terrorismo di matrice islamica e sulle azioni da intraprendere per ridurre questo rischio a Milano». Nessuna grande città europea è immune al fenomeno del reclutamento jihadista, «anche Milano è a rischio» sostiene e dai più recenti casi Bruxelles a Parigi all'attentato di Londra nel 2005, l'esperienza mostra che l'estremismo matura spesso in carcere, è stato forse sottovalutato da segnali lanciati con temi e disegni di giovani sui banchi di scuola e spesso i terroristi sono cresciuti (e sono tornati a nascondersi) nelle banlieu. Ecco perchè, sostiene Parisi, questa Unità contro la radicalizzazione dovrebbe essere un supporto a insegnanti, mediatori culturali che operano negli istituti di pena, nei centri di accoglienza o nei quartieri popolari per cogliere ogni minimo segnale di allarme in un ottica di prevenzione. Ci sono esempi ad Amsterdam, Londra, in Danimarca.

É uno dei punti del piano presentato con il capogruppo di Milano Popolare Matteo Forte e l'antropologa Maryan Ismail, uscita in polemica dal Pd. E «la giunta Sala - ha ribadito ieri - sul tema Islam ha iniziato con il piede sbagliato, rivedo la stessa situazione del 2011 quando la ex vicesindaco Guida annunciava di aver incontrato la comunità islamica ma parlava con una sola sigla ben strutturata, il Caim». Cinque anni dopo, il Coordinamento delle associazioni islamiche ha eletto in Consiglio con la lista del Pd Sumaya Abdel Qadar e il Caim si era aggiudicato il bando per realizzare una moschea al Palasharp su cui giorni fa il sindaco ha dovuto alzare bandiera bianca: tutto da rifare. Ora, proprio perchè «Sumaya ha un conflitto di interessi sul tema» e quel bando moschea «che non condividevamo» fu confezionato «dall'assessore Pierfrancesco Majorino, e c'è una grande ombra nella sua attività a sostegno esplicito di una parte della comunità e quindi non ci offre garanzie», Parisi sostiene che se davvero la maggioranza vuole affrontare la questione dei luoghi di culto sentendo le proposte costruttive dell'opposizione» va istituita «una Commissione di lavoro composta dalla vicesindaco Anna Scavuzzo, da 4 consiglieri (2 della minoranza) e due esperti per incontrare le varie realtà musulmane milanesi». Nessuna corsia preferenziale al Caim e avvio da parte di Comune e prefettura di un censimento dei luoghi di culto. La Commissione secondo Parisi dovrà promuovere tra gli imam anche educazione civica. Premessa alla creazione di una moschea è «una legge statale, specie riguardo alla tracciabilità dei fondi. Quando lo dicevo in campagna Sala rispondeva campa cavallo ora ha bloccato il bando».

La Scavuzzo per ora ringrazia Parisi e Forte «per le proposte presentate che saranno utili e vanno ad aggiungersi a quelle che da giorni arrivano dalle varie associazioni religiose, servirà del tempo per valutarle tutte».

Risentito invece Majorino: «Parisi non vuole che mi occupi più di moschee? Motivo in più per farlo». «Bene la proposta se non è una perdita di tempo» afferma invece Sala, ammettendo ora che «la moschea si farà, certo non sarà in tempi brevi, ma dovrà esserci».Campa cavallo?

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