Coronavirus

Positiva al coronavirus, il 118 le dice di andare a casa in tram

La donna aveva chiesto di essere riaccompagnata in modo protetto. Era appena stata dimessa dall’ospedale Sacco di Milano

Positiva al coronavirus, il 118 le dice di andare a casa in tram

Grave racconto quello che una lettrice di Tgcom24, risultata positiva al Covid-19, ha voluto rendere noto. Una vera e propria odissea che dimostra come vi siano ancora delle falle nella gestione dell’emergenza che stiamo vivendo ormai da mesi. Organi che si rimpallano le responsabilità e che in questo modo fanno sì che molti infetti possano tranquillamente attraversare la città e contagiare altre persone. Il tutto addirittura con il permesso di chi dovrebbe invece vigilare.

La donna, che ricordiamo è risultata positiva al coronavirus, ha deciso in seguito alla sua esperienza di scrivere alla redazione di Tgcom24 per denunciare quanto accadutole. E soprattutto per sottolineare che ciò che è successo a lei può essere avvenuto anche con altri pazienti. Portando Milano a un altissimo rischio di contagio, come se non ce ne fosse già abbastanza. La lettrice ha spiegato che mercoledì scorso ha raggiunto l’ospedale Sacco a bordo di un’ambulanza. Risultata positiva, è stata però subito dimessa perché, date le sue condizioni fisiche, non era necessario un ricovero nella struttura ospedaliera. Poteva quindi fare ritorno al suo domicilio e chiudersi in casa per la quarantena.

Le hanno detto di prendere i mezzi per tornare a casa

Già, ma come tornare a casa visto che non aveva la macchina? La donna ha scoperto sulla sua pelle che l’ambulanza è prevista solo per i pazienti che sono stati ricoverati, per gli altri no. Tutti gli altri devono arrangiarsi da soli. Ha quindi interpellato la Croce Rossa che però non aveva mezzi a disposizione. Sotto consiglio dell’operatore sanitario ha cercato di chiamare un taxi predisposto al trasporto di pazienti Covid-19. Niente, nessuna compagnia aveva vetture libere. Neanche l’agente che ha risposto al 113 è riuscito ad aiutarla, giustificandosi che non era compito loro ma della Croce Rossa. Già contattata in precedenza. Ultima speranza il 118, ma, ahimè, non si tratta di una emergenza sanitaria, e quindi niente da fare. L’operatore avrebbe anche aggiunto: “Torni a casa con mezzi propri: si faccia dare un passaggio da un amico o un parente, oppure prenda i mezzi pubblici”. Come dire, si arrangi, problemi di chi la viene a recuperare o delle persone che incontrerà in tram o metropolitana.

Ha dovuto minacciare per essere ascoltata

La poveretta, ormai stanca e provata dopo un’ora di tentativi andati a vuoto e in piedi davanti all’ingresso dell’ospedale, ha tolto guanti e mascherina minacciando di prendere davvero i mezzi pubblici. Finalmente la polizia è intervenuta e ha convinto il 118 a riaccompagnare a casa la donna a bordo di un’ambulanza. Nel suo caso è andata bene perché la signora in questione ha una coscienza molto marcata. Ma quanti altri avrebbero passato un’ora a chiamare forze dell’ordine, taxi e ambulanza, tra l’altro poco dopo essere venuti a conoscenza di essere infetti, per non rischiare di contagiare altre persone? Purtroppo pochi. La maggioranza, dopo il primo tentativo, avrebbe forse preso al volo il consiglio di usare i mezzi pubblici e tornare velocemente a casa.

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