IL PRECEDENTE Quando l'Anpi sgridò Pisapia per le modelle

È un luogo da sempre crocevia di discussioni il sacrario dei caduti per la libertà e dei deportati nei lager nazisti alla Loggia dei Mercanti. La Moratti voleva farci il city center, la giunta Pisapia, invece, insediata da pochi mesi nel settembre del 2011 aveva programmato di organizzare proprio lì le sfilate di moda forzatamente trasferite da piazza Duomo dove il 25 si sarebbe tenuto l'insediamento del nuovo arcivescovo Angelo Scola. A insorgere fu l'Anpi, l'Associazione nazionale partigiani d'Italia che chiamò i milanesi alla mobilitazione contro la decisione dell'allora assessore Stefano Boeri di usare come sfondo per le passerelle «un luogo che ha un grande significato per Milano, città medaglia d'oro della Resistenza». Il presidente provinciale dell'Anpi Roberto Cenati ricordò che contro la Moratti c'era stata un'indignata protesta, ma che la «delusione» era ben più cocente nei confronti di Pisapia che aveva promesso «il riconoscimento del ruolo di Milano come capitale della Resistenza».

Ma la controversia fu anche familiare, visto che da una parte c'era l'assessore a Cultura e Moda Stefano Boeri che aveva firmato la delibera, dall'altra sua madre Cini Boeri, fra le prime ad aver sottoscritto un appello di intellettuali a difesa del sacrario «per impedire che venga snaturato: una città che dimentica, cancella e non rispetta il proprio passato è una città senza futuro». Non se ne fece nulla. Niente sfilate di moda alla Loggia dei Mercanti con l'Anpi che espresse «soddisfazione» per lo spostamento delle modelle davanti alla Rinascente.

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