Il presidente lombardo attacca Ecclestone, re della Formula uno

Il presidente lombardo attacca Ecclestone, re della Formula uno

La Ferrari dovrebbe ritirarsi dalla Formula 1 se nel 2015 Bernie Ecclestone, il direttore esecutivo della Formula One management, dovesse decidere di togliere a Monza e all'Italia l'organizzazione del Gran Premio.
Questa la proposta choc di Roberto Maroni, presidente della regione Lombardia, per salvare il circuito monzese. Niente mezzi termini ma un affondo diretto, che punta a salvare il Gp più atteso dell'anno. «Ecclestone pensa di essere il padre padrone del mondo - ha detto commentando proprio all'autodromo di Monza, dove si è tenuta l'assemblea degli industriali della provincia, l'indiscrezione trapelata - il Gran Premio di Monza si deve fare. Se dovessero malauguratamente decidere di cancellarlo, penso che ci sarebbe una sola cosa da fare, che la Ferrari si ritirasse dal circuito della Formula 1». Il presidente lombardo si sente offeso dall'atteggiamento del manager: «Non può essere che arriva uno e decida queste cose senza neanche consultare chi gestisce il territorio. Non è possibile che Monza non abbia il Gran Premio. Lo dico come governatore della Lombardia e tifoso della Ferrari».
Quanto ad un possibile intervento della Regione per scongiurarne la cancellazione, Maroni si è detto «interessato a qualunque soluzione» e non starà certo con le mani in mano. «Monza per noi - precisa - è un luogo simbolo, la Villa Reale è il luogo di rappresentanza di Expo 2015 e da qui al 2015 possiamo permetterci tutto tranne che perdere il Gran Premio». «Sarebbe una cosa tristissima - commenta Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria - mi ricordo che da bambino ho visto vincere Alberto Ascari, potete immaginare come la possa pensare». Non è la prima volta che Maroni (e la Lega) si schierano in difesa del Gran Premio. Erano scesi in campo per boicottare lo scippo romano. E al Gp del 2012, che incoronò Alonso sul podio, le telecamere di tutto il mondo avevano ripreso le bandiere del Carroccio mentre andava in scena il blitz leghista organizzato dall'assessore provinciale Stefano Bolognini La coreografia, studiata ad hoc, era stato un chiaro messaggio a chi, da Roma, tentava da tempo di strappare il Gran Premio dalle mani di Monza. O almeno, di organizzarne un altro.

E proprio dalla città in cui la Lega era riuscita, seppur per poco, a portare i suoi ministeri, era arrivato il messaggio: il Gran premio non si tocca. Il concetto viene ribadito oggi da Maroni in veste di presidente con l'obbiettivo di difendere un simbolo e un business a cui la Lombardia non vuole rinunciare.

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