Preso il killer di Loreto Il questore: città più sicura

L'omicidio aveva scatenato le polemiche. Il movente è una guerra tra «latinos» per una partita di cocaina

Paola Fucilieri

Seduto accanto al dirigente della squadra mobile Lorenzo Bucossi, il questore Antonio De Iesu lo dice senza fronzoli: «La risposta è arrivata e doveva arrivare così, chiara e inequivocabile, su un fatto grave, avvenuto in centro in un orario molto frequentato. È un primo passo per ristabilire, oltre che le responsabilità del crimine, la serenità dei cittadini».

Serenità. Un concetto che, in materia di sicurezza, per molti, troppi milanesi, resta troppo astratto. Venerdì sera si è saputo che gli investigatori della questura avevano arrestato uno dei presunti autori dell'omicidio di Antonio Rafael Ramirez, il 37enne dominicano ucciso il 12 novembre scorso in piazzale Loreto all'angolo con via Padova. Un fatto che aveva sollevato un vespaio di polemiche tanto da indurre il sindaco, Giuseppe Sala, a chiedere un presidio maggiore di militari nelle periferie e a costringere il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, a visitare la nostra città.

L'uomo fermato dalla Mobile è un domenicano di 26 anni, Moni Ozuna Jeison Elias, un immigrato irregolare con piccoli precedenti per furto, documenti falsi ed evasione. Ozuna è stato catturato in Toscana, nella notte tra lunedì e martedì, mentre si nascondeva in casa di una zia. Gli inquirenti per il momento escludono l'ipotesi di un regolamento di conti tra gang di latinos. Il movente dell'omicidio sarebbe invece da ricercare in una lite per mezzo chilo di cocaina scoppiata diversi mesi fa. La droga non sarebbe stata pagata da Ramirez, che avrebbe inoltre aggredito i due presunti killer nella discoteca rozzanese «La Kalle» due giorni prima del delitto. Ora si cerca il complice di Ozuna. «È stata una vera caccia all'uomo, che continuerà per assicurare alla giustizia il secondo killer», ha concluso De Iesu.

Ramirez era stato ferito a morte con coltellate all'inguine e al torace, e con un colpo di pistola: era morto due giorni dopo all'ospedale San Raffaele, l'asportazione di un rene e di parte del colon, gravemente compromessi, non era bastata. Ozuna, stando alle immagini di una telecamera raccolte dalla Mobile coordinata dal pm Piero Basilone, è scappato con in mano la pistola, che per ora non risulta rubata. Quella che secondo gli inquirenti è l'arma del delitto è stata trovata a Pioltello dove il fermato l'aveva nascosta in un'area industriale dismessa. Si tratta di una Beretta calibro 7.65, sulla quale ci sono ora accertamenti tecnici e balistici. A Pioltello, Ozuna ha alcuni parenti ed è stato lo stesso fermato ad aiutare gli inquirenti a ritrovarla.

Nel frattempo, negli ultimi dieci giorni i 150 militari dell'esercito impiegati nell'operazione «Strade sicure» su 180 luoghi individuati a Milano hanno raggiunto un bilancio operativo di tutto rispetto. In pattuglia mista, ovvero affiancati da un agente di polizia o un carabiniere con presidio fisso, i militari hanno identificato 50 persone, denunciate 5 e arrestate 3 nei territori milanesi considerati ad alto rischio, per un totale di ben duemila servizi di vigilanza. In particolare, su indicazione della questura, è stato incrementato il presidio nelle zone di via Padova e piazzale Loreto e nelle vie centrali dello shopping in occasione degli Oh bej Oh bej, della prima della Scala e dei mercatini di Natale, con l'impegno di rafforzare la sicurezza nelle zone della movida anche dopo capodanno.

Durante i servizi sono stati percorsi, solo negli ultimi dieci giorni, oltre 60.000 chilometri dai mezzi dell'esercito nell'area di responsabilità, che ad oggi, in seguito all'ultimo incremento conta circa 850 unità effettive al raggruppamento «Lombardia».

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