(...)Da una parte i colonnelli non solo lombardi del Pdl che dopo settimane di tentennamenti escono finalmente allo scoperto, dall'altra la Lega che dopo l'apertura di Maroni a un accordo con Berlusconi, ormai non fa più mistero di una disponibilità alla trattativa. La cui unica condizione è l'esclusione dalla corsa proprio di Gabriele Albertini (nella foto).
Ad accelerare vorticosamente le dinamiche politiche è bastato l'annuncio della data delle elezioni regionali, fissata dal ministro dell'Interno Rosanna Cancellieri per il 10 e 11 febbraio. Non quel 27 gennaio chiesto a gran voce proprio da Albertini e dal suo massimo sponsor Roberto Formigoni, ma comunque una data accettabile per i due, piuttosto ansiosi di anticipare i tempi e prendere in contropiede un centrosinistra ancora invischiato in guerre di correnti e dibatti sulle primarie da far assolutamente vincere ad Umberto Ambrosoli, il candidato più uguale degli altri. «Non capisco perché - la posizione di Albertini - un governo di tecnici legalitari non applichi la legge. Il consiglio regionale si è sciolto il 26 ottobre, tre mesi e farebbe giusto il 27 gennaio. Lasciamo stare il Giorno della memoria, il 3 febbraio potrebbe essere una data congrua». Il desiderio di Albertini è di «votare al più presto, perché la Lombardia ha bisogno di essere governata e il più possibile lontano dalle elezioni politiche, per rispetto della dignità di un voto amministrativo così importante». E così sembrava che quella per la data fissata al 10 febbraio fosse una buona notizia. Se non fosse che proprio ieri mattina è arrivato l'attacco del segretario Angelino Alfano: «Il governo rimedi a un errore grossolano e madornale. Il Pdl non può dire di sì». Chiaro che il bersaglio grosso dell'Angelino a cui è spuntato il «quid», è il voto in Lombardia. E il messaggio non va certo nella direzione di un appoggio all'ex sindaco. E a stringere Albertini in una morsa, ma anche Formigoni che ha tempestato di telefonate il ministro Cancellieri per accelerare la convocazione delle urne, è anche Andrea Gibelli. «È proprio assurdo - dice il vice presidente leghista della Regione - che per accontentare il compagno Bersani si sprechino 100 milioni di euro. Una scelta ancora più grave se fatta in un momento in cui la gente fa fatica ad arrivare a fine mese. Il governo quindi faccia marcia indietro e si convinca dell'assoluta necessità di accorpare le elezioni regionali a quelle politiche». Un election day che potrebbe essere la via d'uscita ideale per riproporre l'idea originale di Silvio Berlusconi che non ha mai nascosto il progetto di ricomporre insieme alla Lega la grande alleanza del centrodestra.
Tutti segnali che tra i corridoi di viale Monza, la sede del Pdl, vengono letti come una presa distanza del partito da Albertini e un ulteriore isolamento di Formigoni. Con i fedelissimi del coordinatore Mario Mantovani che stanno raccogliendo le adesioni di sindaci e amministratori locali in appoggio alla sua candidatura.
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