Le priorità del sindaco? Più "patenti" antifasciste

La giunta allarga l'obbligo della dichiarazione. Forza Italia: "I milanesi hanno altri problemi"

Le priorità del sindaco? Più "patenti" antifasciste

Ha il sapore dello spot elettorale. A meno di due mesi dalla fine del mandato la giunta Sala estende il campo di applicazione della «patente antifascista», diventa obbligatorio anche per le associazioni che voglia gestire immobili a lungo termine. La «ptente» è la dichiarazione di rispetto dei valori della Costituzione repubblicana e antifascista che dal primo maggio 2018 viene richiesta a tutti i soggetti che chiedono al Comune la concessione temporanea di suolo pubblico, sale e spazi per manifestazioni e iniziative, patrocini, contributi diretti o indiretti. Nella seduta dello scorso 6 agosto la giunta ha approvato una delibera che allarga l'obbligo di firmare il certificato antifascista anche ai contratti di «locazione, comodato d'uso e/o concessione d'uso di immobili di proprietà comunale ad uso non commerciale destinati, seppure in via in via temporanea e saltuaria, ad attività che prevedono lo svolgimento di manifestazioni ed eventi». La vecchia delibera prevedeva l'obbligo solo per iniziative di durata temporanea. Nell'ultima versione viene specificato che nei bandi per la concessione di spazi a lungo termine «è possibile che l'associazione aggiudicataria abbia presentato progetti d'uso che prevedono anche la realizzazione di iniziative ed eventi di carattere sociale, sportivo, politico, ricreativo, politico e istituzionale, assimilabili quindi gli eventi temporanei» che già vengono sottoposti da tre anni all'obbligo del «patentino». E dovranno tassativamente firmare in calce la dichiarazione pure le associazioni interessate a partecipare a bandi di gestione di immobili che da contratto prevedono forme di agevolazione perchè «possono essere assimilati a contributi indiretti». A fine ottobre 2019 il Municipio 7, a guida centrodestra, aveva approvato una mozione una mozione che chiedeva alla giunta Sala di eliminare la procedura, «una ridondante forzatura ideologica, il rispetto delle leggi e della Costituzione - citava il documento - sono essi stessi prerequisiti per qualunque associazione che, diversamente, verrebbe sciolta per legge dalle autorità competenti». In subordine, richiamando la risoluzione del Parlamento Europeo del 2019 che conteneva l'equiparazione tra «i regimi nazisti e comunisti», la mozione chiedeva di sostituire la «patente di antifascismo» con il rifiuto di «ogni ideologia totalitaria e liberticida». Una richiesta che rimasta lettera morta. «L'introduzione della patente antifascista era ridicola tre anni fa ed è ancora più ridicolo e lontano dalle esigenze della città preoccuparsi di allargarla a due mesi dalla fine del mandato mentre in città ci sono delle emergenze sociali spaventose - sottolinea il presidente Fi del Municipio 7 Marco Bestetti -.

E non si capisce perchè un convinto stalinista possa avere spazi senza dichiarare nulla. Se la sinistra vuole difendere il patentino allora non sia ipocrita, si faccia un correttivo introducendo la dichiarazione di distanza da ogni regime totalitario, compreso quello comunista».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica