Cronaca locale

Profughi al campo di Rho La prefettura fa retromarcia

Ritirato l'interesse a usare le palazzine L'assessore-candidato Majorino insiste: «Buona idea per gestire l'accoglienza»

Profughi al campo base di Expo, la «città nella città» che dista poche centinaia di metri dal sito e ha ospitato gli operai del cantiere prima del grande evento e le forze dell'ordine durante. L'interesse a trasformarlo in un centro di accoglienza, manifestato alla società Expo dall'(ormai) ex prefetto Paolo Francesco Tronca, nuovo «re» di Roma dopo le dimissioni di Ignazio Marino, ha suscitato accese polemiche dal centrodestra e anche dal neo assessore regionale al post Expo Francesca Brianza. Ieri la prefettura ha spiegato che c'è stata una retromarcia. Il commissario unico Giuseppe Sala nei mesi scorsi aveva sondato l'interesse di Palazzo Diotti a utilizzare a fine evento le palazzine, attrezzate con posti letto, mensa, infermeria, pronto soccorso. E l'interesse c'era eccome, per trasformarlo in un centro profughi (vista l'emergenza sbarchi, solo per quella destinazione sarebbe stato possibile sbloccare nell'immediato delle risorse ministeriali). Ma dai suoi vecchi uffici fanno sapere che Tronca ha inviato entro il 30 ottobre una lettera per ritirare la richiesta. Che potrebbe essere rispolverata dal suo successore. Tra chi «sponsorizza» - non da oggi - l'uso del campo base come «cittadella» per i profughi c'è l'assessore al Welfare del Comune Pierfrancesco Majorino, già candidato alle primarie del centrosinistra: «Nessuno scandalo, come vado dicendo da settimane mi pare un'idea giusta. Utilizzando quell'area potremmo organizzare l'accoglienza e chiudere dei centri che la città ha dovuto aprire in questi mesi. E in quei luoghi (spesso edifici prima dismessi) potremmo realizzare spazi per attività sociali per i cittadini dei quartieri che con grande generosità e in silenzio hanno dato una mano ad affrontare un gigantesco problema». Ovviamente ricorda «tutto ciò non riguarda l'area del sito, che dovrà essere dedicata ad innovazione, ricerca e così via». Nessuna distrazione, che la cittadella sia ai confini del sito non sfugge a nessuno. Che siano posti letto eventualmente disponibili per altre emergenze - vedi le famiglie milanesi sfrattate o in attesa di un alloggio popolare - nemmeno. Non c'è «ombra di dubbio - commenta infatti l'assessore regionale Brianza - che queste aree siano appetibili, ma sarebbe fuori luogo l'idea di destinare le palazzine agli immigrati. Questa proposta la rispediamo al mittente». Semmai al Comune tornasse a caldeggiarla.

Il sindaco Giuliano Pisapia fa finta di non capire che si parla del campo base, confinante con l'area dei padiglioni. Ricorda che il sito «ha una vocazione già delineata come cittadella tecnologica o universitaria, escludo che possa essere destinata all'accoglienza». Ci pensa il capogruppo regionale di Fdi, Riccardo Dr Corato, a chiarire che «nessuna porzione di Expo deve diventare un campo profughi, neanche il campo base che dista poche centinaia di metri dal sito». In proposito ha intenzione di depositare un'interrogazione al Consiglio regionale. Già in molti, si aggrega la consigliera di Forza Italia in Zona 2, Silvia Sardone, temono «che l'ex area espositiva possa essere abbandonata, per poi trasformarsi in una baraccopoli.

Anche da questo potremo misurare che sindaco potrebbe essere Giuseppe Sala», il commissario Expo pornto a scendere in campo con il Pd.

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