A Varese i profughi vengono ospitati in hotel. In provincia di Lecco è la comunità montana di Valsassina a gestire l'accoglienza. Insomma, la situazione in Lombardia è confusa e fantasiosa. E dà adito a confusione e mala gestione dei fondi per l'immigrazione e della sicurezza per i cittadini.
Aspetti sempre più evidenti a detta del presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni. «Se le comunità montane si occupano di clandestini e non dei servizi ai nostri cittadini, meglio chiuderle» scrive su Twitter il governatore commentando la notizia secondo sui la Valsassina si sarebbe impegnata a stipulare accordi con operatori economici per il servizio di accoglienza dei richiedenti asilo e la gestione dei servizi connessi. Molto dure anche le reazioni dell'assessore regionale alla Sicurezza, Protezione civile e Immigrazione, Simona Bordonali, e del sottosegretario della Regione Lombardia con delega alle Politiche per la montagna Ugo Parolo che hanno dichiarato di essere pronti a rivalutare le modalità di finanziamento della Comunità montana.
«Apprendiamo con stupore l'apertura del bando - commentano - Sembrerebbe che la comunità montana della Valsassina, tramite un accordo, si voglia sostituire in toto alle funzioni normalmente svolte dalla Prefettura, peraltro non solo per il territorio montano di competenza ma per l'intero territorio provinciale. Si tratta di un ruolo che non compete alle comunità montane e che comporta inevitabili risvolti politici e amministrativi che valuteremo fino in fondo».
Tira il freno e cerca di arginare le polemiche il capogruppo di Lombardia popolare Angelo Capelli, convinto che la questione sia frutto di un malinteso. «Ventilate ritorsioni in merito ai fondi regionali non appartiene alla storia di una regione che ha fatto del rispetto delle autonomie locali e del principio di sussidiarietà la sua bandiera da vent'anni e deve proseguire con il rispetto nei confronti di chi cerca di risolvere i problemi dei cittadini e non solo sbandierarli per elemosinare un po' di voti e di visibilità».
La Lega solleva anche la questione di Como, dove chiede chiarezza alla Caritas sulla gestione dei fondi ricevuti per la gestione dell'accoglienza.
Il deputato Nicola Molteni sostiene non sia «più tollerabile che il direttore della Caritas comasca Roberto Bernasconi continui a offendere istituzioni e cittadini che sull'immigrazione chiedono regole chiare, controlli e la fine di una gestione speculativa e di profitto a beneficio delle solite coop, onlus e Caritas di turno».Se i numeri della gestione degli ultimi tre anni non dovessero arrivare, allora si rischia di portare il caso sul tavolo della commissione d'inchiesta del Parlamento.
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