Pronti due nuovi bandi: Benetton in Duomo ora rischia lo "sfratto"

A dicembre scade il contratto del negozio Asta in Galleria: sì al design, stop ristoranti

Pronti due nuovi bandi: Benetton in Duomo ora rischia lo "sfratto"

Addio (forse) al megastore di Benetton in piazza Duomo e il debutto (probabile) del design in Galleria. Il Comune è pronto a mettere all'asta altri due pezzi pregiati del patrimonio immobiliare. Mentre procedono a pieno ritmo i cantieri della boutique di Tiffany, che aprirà entro l'estate al lato della cattedrale, e quelli del ristorante Cracco, su cinque piani vista Ottagono, la giunta ha già approvato le linee di indirizzo necessarie per indire i bandi di gara di due nuovi spazi commerciali, attualmente in uso e in scadenza di contratto. E potrebbe attirare un discreto numero di partecipanti il negozio di United Colors of Benetton, all'angolo tra Duomo e via Mazzini. Il contratto col Comune scade il 31 dicembre. Secondo le linee guida, la gara sarà riservata a «soggetti in possesso di esperienza nella riqualificazione e gestione di ampi spazi di pregio destinati ad attività di prestigio o di fama internazionale». Benetton, che è sbarcato nel cuore di Milano nel 2003 e ha rinnovato completamente il look dei locali solo tre anni fa, risponde all'identikit, ma se vorrà difendere il posto dovrà calare l'offerta più alta. Basta un euro in più per accaparrarsi lo spazio. La giunta non ha ancora fissato il prezzo ma la base d'asta sarà calcolata sulle ultime stime dell'Agenzia delle Entrate: il canone per piazza Duomo è di 1.225 euro a metro quadro, contando che lo spazio si aggira intorno ai 1.650 metri quadrati. La richiesta minima dovrebbe superare almeno i due milioni all'anno.

Il secondo locale in scadenza (il 16 novembre) è quello della gioielleria «Leo Pizzo» in Galleria. Il canone sarà calcolato su 1.600 euro al metro quadro. Anche in questo caso la platea sarà ristretta secondo alcune tipologie di vendita. Esclusa in partenza la ristorazione e (come sempre) phone center, sale scommesse e sexy shop. «Il ventaglio delle destinazioni d'uso - spiega i Comune - si restringe alla vendita di gioielli o arredi di design, alle opere d'arte, ai prodotti alimentari di alta gamma, alla commercializzazione di marchi italiani di prestigio». Entrambi i contratti avranno una durata di 18 anni, con manutenzione ordinaria e straordinaria a carico degli inquilini.

«La differenziazione merceologica è uno dei profili attraverso i quali il Comune mira a valorizzare la Galleria, queste linee - spiega l'assessore al Bilancio Roberto Tasca - confermano come il valore non sia un mero elemento di natura economica. E la delibera è in linea con il parere di Anac sulle concessioni in scadenza». Parte in difesa dopo le polemiche delle scorse settimane sui due bandi d'affitto - in scadenza il 20 febbraio - per gli spazi occupati dalla «Locanda del Gatto rosso» e dal ristorante «il Salotto».

Dopo ricorsi e proteste dei gestori, la giunta ha consultato l'Autorità Anticorruzione e deciso di non attribuire il diritto di prelazione agli inquilini, anche se negli anni hanno investito somme importanti nella ristrutturazione dei locali. Dovranno giocarsela con i grandi colossi.

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