Chiara Campo
Per una volta (senza citarlo) anche l'ex segretario Matteo Renzi difende Beppe Sala. Il giorno dopo il match del sindaco con i vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini, Renzi scrive su Facebook che «Di Maio vuole chiudere l'Italia la domenica e attacca i sindaci contrari alle sue idee bislacche. Io invece credo nel lavoro e non nei sussidi, nelle aperture e non nelle chiusure, nelle infrastrutture e non nei condoni». Parentesi dem a parte, ieri Beppe Sala ha continuato a sfidare - e attaccare - il governo. Su due fronti: negozi e fondi per portare la M5 a Monza. Durante la sua visita a Eicma in Fiera Salvini ieri ha ribadito che il sindaco di una grande città come Milano invece di insultare («Di Maio chiuda i negozi ad Avellino e non rompa le palle a Milano» aveva detto sabato) «dovrebbe preoccuparsi della città, rappresenta un partito che se si votasse oggi prenderebbe la metà dei voti della Lega anche in città. Io non chiedo di chiudere sempre i negozi la domenica ma che ci sia buonsenso». Sala premette che coglierà l'aspetto positivo della polemica «per approfondire ancora di più con i sindacati il tema dei diritti dei lavoratori» ma avverte che se il governo dovesse approvare una legge nazionale per archiviare la liberalizzazione delle aperture «troveremmo delle formule, come promuovere un referendum» per contestarla. Qui «non funzionerebbe, se poi si vuol trasformare Milano in una città in cui i diritti di tutti non siano perseguiti da chi la amministra è una follia, noi tuteliamo tutti i diritti, anche quelli dei lavoratori, Ma da qui a generalizzare sulle aperture no, io devo pensare a quello che va bene per Milano e può non funzionare per il Paese». E agli affondi di Salvini ribatte sostenendo che il leader della Lega «fa quello che deve fare, difende Di Maio, ma non sono convinto che la pensi esattamente così, anche perchè vorrebbe dire che si è un pò allontanato dalla mentalità del nord. E su questo se fossi in lui starei un filino attento». Chiede scusa «agli avellinesi se si sono offesi, la mia era solo un'ironia su Di Maio», originario di Avellino. Tra gli offesi però c'è pure il sindaco di Benevento Clemente Mastella, e a lui Sala ribatte con toni meno soft: «Dopo 40 anni ancora Mastella dobbiamo ascoltare? Vabbè, me ne farò una ragione».
L'altro fronte caldo è quello dei fondi per portare la M5 a Monza, governata dal sindaco di Forza Italia Dario Allevi. Undici fermate da Bignami a Monza (circa 13 km), costo stimato in 1,2 miliardi di cui almeno 700/750 da recuperare dallo Stato che ha aperto entro fine anno un bando da 2,5 miliardi per le metropolitane d'Italia. La Regione dovrebbe partecipare con 350 milioni e 50 a testa i Comuni. A Palazzo Lombardia è atteso mercoledì il ministro M5S per le Infrastrutture Danilo Toninelli e anche se al centro della discussione con Attilio Fontana e i vertici di Trenord e Rfi ci sarà il trasporto ferroviario, il sindaco manda a dire che i Comuni di diverso colore sono pronti a mobilitarsi per il metrò. «Ho sentito anche il sindaco di Monza - riferisce Sala - e l'idea è di coinvolgere anche i due consigli comunali insieme», l'ipotesi è di convocare una seduta congiunta o con un collegamento video.
«Qui tutto il territorio è compatto - sottolinea - quindi voglio essere positivo, ma non voglio raccontare bugie ai miei cittadini. Se il governo non finanzia il 60-70% dell'opera una metropolitana non si può fare, bisogna essere sinceri». Oggi con il Pums (Piano urbano della metropolitana) Milano approverà (anche) il via libera al progetto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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