Cronaca locale

Prostituzione, allarme Tbc: «Con lucciole e viados tornano malattie debellate»

L’ultimo caso è di pochi giorni fa. Una giovane prostituta romena è stata malissimo, tossiva e vomitava sangue. Una collega, spaventata, ha contattato il Comune che da un paio di mesi ha lanciato il progetto «Immigrazione sana»: un camper gira la città per monitorare la salute degli stranieri e istruire sulle malattie sessualmente trasmissibili. La ragazza è stata affidata all’Opera di San Francesco ed è in cura al Niguarda. La diagnosi: una grave forma di tubercolosi. Ed è scattata l’emergenza, non tbc ma di altre malattie come la sifilide o la gonorrea che lucciole e viados stranieri stanno diffondendo in città. Sul caso specifico, l’assessore milanese alla Salute Gianpaolo Landi di Chiavenna non nasconde il timore che «abbia contagiato altre persone, dato il numero di rapporti che le prostitute hanno ogni giorno. E vista la gravità del caso credo peraltro che abbia altre patologie. Preoccupa la diffusione del contagio, per via aerea». La giovane, assicura la dottoressa che segue il caso nell’ambito di «Immigrazione sana», «è sotto controllo, seguita da un centro specializzato. Ma il problema è più ampio, bisogna curare queste ragazze, fare una sorta di screening e sensibilizzarle sulla prevenzione. La ragazza può averla presa da un cliente e averne contagiati altri». Servono «più controlli - insiste -, per la tbc c’è anche un’aggravante, nella fase iniziale non ha sintomi ed è difficile diagnosticarla. Il rischio è che i malati siano più di quanti si pensi, non bisogna abbassare la guardia».
Nonostante i vigili da gennaio ad aprile abbiano multato 1.420 clienti sorpresi ad adescare una lucciola, sulle strade della città si vendono almeno in 1.500. Secondo un’indagine a campione dell’Osservatorio regionale, l’86% sono donne (soprattutto nigeriane e romene), il 5% uomini, lo 0,2% travestiti e lo 0,7% trans. Il 62% ha frequentato la scuola al massimo otto anni, ma quasi il 30% ha un diploma o è laureata. É in gran parte dovuto alla prostituzione straniera l’aumento delle malattie veneree e il ritorno dell’emergenza Hiv: 248 i casi di sifilide nel 2007 in Lombardia (che però colpiscono anche giovani tra 11 e 19 anni, segno che il sesso non protetto è molto frequente), 30mila i sieropositivi. E che salute e prevenzione non siano una priorità per gli stranieri lo rivelano anche le 19 uscite del camper di «Immigrazione sana» tra giugno e luglio, oltre 500 le persone avvicinate: il 32% - soprattutto egiziani, marocchini e sudamericani - non si è mai sottoposto a visita medica, i clandestini poi sono frenati dalla paura di controlli. Allarmante il dato su prevenzione della gravidanza e malattie sessualmente trasmissibili: l’80% non usa metodi anticoncezionali.
«Ci sono malattie come la sifilide che stanno tornando a diffondersi e il fenomeno crescerà se non si regolamenta il fenomeno della prostituzione» conferma Landi, che ha scritto una lettera ai ministri delle Pari opportunità Mara Carfagna e all’Interno Roberto Maroni, preoccupato perché il disegno di legge del governo sul tema «è scomparso dall’agenda». Ma anche perché «manca l’aspetto della prevenzione dei pericoli per la salute che la prostituzione incontrollata sta generando. Bisogna istituire, almeno a partire da Milano, se non a livello nazionale, un libretto sanitario per chi esercita la professione, con obbligo di visite mediche mensili presso l’Asl».

Landi dice no agli eros center, ma «sì a mini-alloggi dove operino 2-3 persone al massimo. Bisogna istituire un registro comunale e una sorta di minimum tax. Il Comune potrebbe utilizzare il gettito fiscale per finanziare progetti sociali, come la ricerca contro l’Hiv o la profilassi».

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