La settimana nera della Provincia è iniziata di martedì, alle ore 12. Quando la chiusura dell'asta per l'82% di Serravalle congiunta con il Comune è scoccata senza che alcun compratore bussasse al quarto piano di via Vivaio con una busta salva-bilanci, al presidente Guido Podestà sono gelati i polsi. Non era una sorpresa, da settimane tirava una brutta. Ieri alle 16 la seconda batosta: fallita anche la quotazione di Sea. Alla chiusura del collocamento in Borsa la domanda di titoli era insufficiente per proseguire con l'operazione. E a Palazzo Isimbardi si sono susseguite le riunioni d'emergenza, di maggioranza e con i tecnici, allo studio di una exit-strategy per evitare il fallimento. Per chiudere il Bilancio 2012 senza sforare il Patto di stabilità mancano 82 milioni di euro. In caso di «fallimento», l'ente ne deve restituire altrettanti al governo, quindi il buco sale a 166 milioni. A rischio il pagamento dei fornitori e i servizi, dalla manutenzione delle strade provinciali alla messa a norma di scuole agli aiuti per i disabili sensoriali. Gli amministratori devono tentarle tutte per rispettare la legge, e la Provincia ora lavora su un bando lampo per vendere il 14,56% delle quote Sea, lunedì si riunirà il cda di Asam. I tempi tecnici, assicurano, ci sono. Già martedì il consiglio provinciale potrebbe votare una delibera per lanciare un'asta di 15 giorni. Podestà potrebbe fare pressing sul governo perchè, data la situazione, dimostri «sensibilità» e conceda che l'operazione si apra a breve ma si chiuda a fine gennaio 2013 concorrendo al Patto. La parola d'ordine è dimostrare come amministratori di aver tentato tutto.
Solo da inizio 2013 ormai potrà partire invece la nuova asta per Serravalle, ancora in sinergia Provincia-Comune, sindaco e presidente sono convinti che con una gara più lunga la vendita andrà in porto. CAd allontanare alcuni degli investitori interessati, tra cui Atlantia, F2i, gruppo Gavio e la russo-austriaca Strabag (sembra che si fosse fatta avanti anche l'indiana Srei) non solo i 658 milioni a base d'asta, ma gli investimenti aggiuntivi richiesti per la ricapitalizzazione di Pedemontana e Tangenziale Esterna, le grandi opere che rientrano nel portafoglio della holding provinciale Asam (azionista del 53% di Serravalle). Un pacchetto di 400 milioni che faceva salire (nei fatti) il prezzo ad oltre un miliardo. La Serravalle in rosso rischia di frenare anche Pedemontana. Il nodo è un debito da 200 milioni - su un'opera che vale 5 miliardi - con le banche che hanno concesso il finanziamento per i 68 chilometri che collegheranno Milano a Bergamo.
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