Ma quanto puzzano i bus dell'Atm?

Il Comune di Milano dà sempre la colpa alle auto di inquinare a più non posso e poi lascia circolare carrette che ammorbano l’aria e impuzzano le strade

Ma quanto puzzano i bus dell'Atm?

Ma quanto puzzano i bus Atm di Milano. Linea 47, veicoli numeri 2338 e 2347. Chi scrive ha avuto la sfortuna, al volante di una vettura Euro 6, di incrociare questi due automezzi pubblici: il primo, un sabato sera in piazza Maggi a Milano: il secondo, il giorno successivo in corso Genova. In entrambi, essendo stato in coda ai bus, mi si è riempito l’abitacolo del classico puzzo di smog. Ma come, mi sono chiesto, questi del Comune di Milano danno sempre la colpa alle auto di inquinare a più non posso, ignorando il drastico abbattimento di emissioni di CO2 e sostanza nocive dei motori di ultima (soprattutto) e penultima (in larga parte) generazione, e poi lasciano circolare queste carrette che ammorbano l’aria e impuzzano le strade? Nessuno, però, dice niente. Fossi stato io con la mia vecchia Panda mi avrebbero crocifisso.

Caro assessore alla Mobilità, Pierfrancesco Maran (e responsabile della materia in seno all’Anci), cari dirigenti dell’Atm, non vi sembra un controsenso? Scommetto che queste carrette giravano anche durante le domeniche senz’auto (ma con i bus inquinanti).

È vero che il parco automezzi dell’azienda milanese è dotata di numerosi mezzi a bassissime o zero emissioni (i filobus) e che, entro il 2014 – come leggo sul sito – è prevista la sostituzione di numerosi vecchi bus con mezzi in linea con l’esigenza di un’aria più pulita, però fatevi anche un esame di coscienza: inutile prendersela sempre con le auto (magari anche quelle ibride come, mi dicono, accade a Treviso dove viene riconosciuta, ai fini della possibilità di circolare durante le domeniche a piedi, solo la modalità elettrica, con la quale si percorrono però solo poche centinaia di metri; che ignoranza!) quando anche chi cerca di imporre certe regole non le rispetta per primo. E nessuno dice niente: né la mamma con la carrozzina, né il pensionato che porta a spasso il cane, né il ciclista “talebano” che non sopporta le auto. Ma non finisce qui. È da qualche tempo che non entro nel merito delle decisioni che, “mascherate” dall’esigenza di liberare le strade dalle macchine e da ragioni di sicurezza, finiscono con penalizzare sempre i soliti automobilisti (che non sono tutti da considerare delle canaglie, irrispettosi del prossimo, maleducati, potenziali killer, ecc). Ho provato, sempre nelle giornate in cui ho rischiato l’intossicazione “da linea 47”, a percorrere buona parte di tratti di strada, nelle zone semicentrali di Milano, a 30 chilometri orari. Ebbene, se l’idea di Maran andrà in porto, come sembra, e sarà quindi allargata, cari amici automobilisti preparatevi ad accantonare qualche centinaio di euro al mese da “devolvere” alle amministrazioni di turno, nel caso specifico quella di Milano. Va bene procedere a 30 l’ora in prossimità di punti sensibili (asili, scuole, oratori, ospedali, attraversamenti, ecc), ma farlo di continuo, oltre a ingolfare la circolazione (ci sono riuscito, tanto da farmi urlare dietro anche da qualche ciclista: “Ma spostati con quella…!”), è praticamente impossibile. Potrebbero già andar meglio i 40 o i 45, ma i 30 sembra servire proprio ai Comuni per fare cassa. E allora, forza, mettete gli Autovelox ovunque, ben tarati sui 30 orari, e preparatevi a fare il pieno di bigliettoni, visto che avete anche deciso, sempre a Milano, di aumentare a tre euro la sosta oraria, dopo la seconda ora, per chi parcheggia in centro (tra l’altro, i cartelli che avvisano del rincaro sono stati posizionati in largo anticipo rispetto alla data di entrata in vigore del provvedimento: e la gente, ignara, paga…). Bravi, avanti così. A fare in questo modo sono capaci tutti, come decidere di ritoccare verso l’alto le accise dei carburanti quando si tratta di tappare un buco nelle finanze dello Stato.

Più complicato, invece, è studiare un tipo di viabilità veramente equilibrata che renda più sicuro il transito di tutti gli utenti della strada e costruire (e non cancellare: che sciocchezza!) parcheggi sotterranei e quant’altro serve per una maggiore equità.

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