Rabbia in corso Vercelli: petizione anti-mendicanti

Raccolta firme dei residenti pronta per il Comune «Qui senzatetto, ambulanti e risse fra ubriachi»

Elena Gaiardoni

L'edicola abbandonata di via Buonarroti ha un abitante non solo illecito ma molesto, che purtroppo funziona da calamita per una squadra di senzatetto altrettanto difficili. È questo il sunto di una lettera che un gruppo di abitanti di piazza Piemonte e corso Vercelli ha indirizzato al sindaco Giuseppe Sala, al prefetto Alessandro Marangoni, al questore Antonio De Iesu, al comandante dei vigli urbani Antonio Barbato.

«Poiché la vecchia edicola non è dotata di servizi igienici, l'abitante fa i suoi bisogni nei giardini di piazza Piemonte, vicino agli oleandri, davanti agli occhi di tutti. I giardini si sono trasformati in una latrina. Non osiamo descrivere cosa succede lungo i vialetti quando piove» specificano i firmatari della missiva, che da più di un anno sopportano che il verde si sia trasformato in una porcilaia. Il «green», come oggi si usa definirlo, è diventato un luogo di pericolo igienico, oltre che un ambiente di minaccia morale e fisica, visto che gli «amici» di questo improvvisato inquilino si ubriacano, sono violenti, arrivano a risse e scatenano nella notte episodi pericolosi per la vita di tutti.

Se la tolleranza è il principio su cui si fonda una civiltà, non vi è dubbio che la povertà non sia tollerante, quindi ho è sbagliata la civiltà o è sbagliata la povertà. C'è una povertà sbagliata, a cui si deve porre rimedio? «C'è e se c'è è perché per legge o per disattenzione noi la lasciamo inattiva. L'ozio è il padre dei vizi si dice e nessuno ozia di più delle persone povere, che siano senzatetto milanesi, immigrati o extracomunitari. Dobbiamo sforzarci di impegnarli in lavori utili a livello sociale» commenta Mario Furlan, fondatore e presidente dei City Angels.

Furlan vive a Milano dall'inizio degli anni '80. Pur essendoci sempre stato, il degrado della città si è esteso a macchia di leopardo «partendo dal 2009, con l'esplosione della crisi, e con l'incremento dell'immigrazione. La legge che deve regolare la convivenza civile è molto debole a livello nazionale. Tra i senzatetto c'è una minoranza che è portata a delinquere. Ci sono persone che entrano e escono dal carcere. La legge non può essere così permissiva. Se una persona commette ripetutamente reati, o va tenuta in carcere, oppure, se non è italiana, va rimandata al suo paese d'origine» specifica Furlan, che con i senzatetto passa in pratica gran parte della sua vita. «Li conosco quasi tutti e ci parlo. Compito di noi cittadini e delle forze politiche è trovare un modo affinché impieghino la loro giornata in mansioni utili a se stessi e alla collettività».

Se l'aspetto inquietante della povertà è di aprire troppo le porte a tutto ciò che viene, favorendo caos, l'estremo malanno della ricchezza è quello di tentare di chiudere tutte le porte per autoproteggersi, tanto da arrivare a atteggiamenti crudeli e estremisti. In piazza della Borsa si è arrivati a mettere dissuasori anticlochard sotto i portici di marmo, riempendo con piramidi di pietra gli angoli dove i senzatetto trovavano spazi per i loro giacigli di cartone.

Se non si risolve l'enorme divario tra ricchezza e povertà, i ricchi diventeranno sempre più intolleranti e disumani. Cercheranno di sbarrare le porte d'accesso ai loro dorati asili, ma la povertà troverà sempre il modo per entrare, come Gesù stesso disse, perché la civiltà giusta è quella del buon senso e dell'equilibrio.

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