Il racconto delle famiglie: «Entrano, occupano gli appartamenti e poi li piazzano»

Il racconto delle famiglie: «Entrano, occupano gli appartamenti e poi li piazzano»

C'è chi in queste case ci vive dal '44, c'è chi ci sta da una ventina d'anni, ma la risposte sono le stesse: «le occupazioni abusive sono aumentate negli ultimi cinque anni». Qui in Lorenteggio 179 e 181, alla periferia sud ovest, diciamo che la situazione è opposta al trend registrato dal presidente di Aler Gian Valerio Lombardi, che ha parlato di una diminuzione del numero degli alloggi occupati. Secondo i diretti interessati, gli inquilini degli stabili forse più degradati dell'intero patrimonio Aler, il fenomeno si è acuito pesantemente di recente. C'è chi parla apertamente di un racket delle occupazioni in mano ai rom: «Le famiglie rom entrano negli appartamenti sigillati arrampicandosi lungo le condutture del gas e poi dai balconi, ci stanno un po' e poi li vendono a 4-5 mila euro l'uno, così ammobiliati, e poi vanno ad occupare da altre parti» racconta la signora G. «Rispetto a 40 anni fa la situazione è cambiata come dal giorno alla notte - dice - siamo ostaggio di degrado, sporcizia, vandalismi, maleducazione, spaccio».

Qui a fine luglio è crollato un balcone e una stecca di caseggiati è stata puntellata perché pericolante: «ma la gente ci entra lo stesso, occupa le case senza farsi vedere, ma noi ce ne accorgiamo, ma quando segnaliamo i nuovi casi nessuno interviene nemmeno più». Il palazzo, «per metà inagibile e per metà occupato abusivamente» dicono i residenti storici, è abitato per il resto da anziani italiani, molti dei quali soli. Inutile dire che l'ascensore non esiste. E che chi abita a piano terra ha fatto mettere a sue spese inferriate a porte e finestre per proteggersi: «I ragazzi che bazzicano qui spesso entrano in casa delle persone dalle finestre, come se nulla fosse» racconta la signora G. «Me ne andrei da qui se potessi, abito in questa casa da 16 anni, da quando ho avuto mio figlio. Ho paura la notte, non ne posso più di vivere nel degrado e nella sporcizia e mio figlio non porta gli amici perché si vergogna.

E dire che queste case sono state oggetto di mille piani di riqualificazione, contratti di quartiere, polemiche, annunci, promesse, ma è passato quasi un secolo dalla loro edificazione (1939) e sono ancora lì a fare pessima mostra di sé. L'allora presidente della Regione Formigoni, nel 2007 aveva proposto di cedere una parte del terreno su cui sorgono gli edifici a privati che, a scomputo oneri, avrebbero realizzato anche tanti appartamenti di edilizia residenziale quanti quelli attuali, il progetto rimase sulla carta. Il progetto tornò in auge nel 2010 con Letizia Moratti sindaco, sull'onda dell'esempio di Tor Bella Monaca. È più semplice ed economico ricostruire l'intero stabile che non procedere alle singole ristrutturazioni, il ragionamento, oltre al fatto che molti appartamenti sono sotto soglia ormai. Fu il Pd a opporsi «Se si vuole realizzare un sacco immobiliare non saremo mai d'accordo», puntava i piedi il capogruppo Pierfrancesco Majorino: «Non è con l'edilizia che si combatte il degrado nelle periferie».

Circa due anni fa il Comune arancione ci ripensa, con l'assessore alla Casa Benelli e all'Urbanistica De Cesaris: «vorremmo spostare i 30 milioni per la nuova edificazione in Giambellino per l'abbattimento e la ricostruzione degli

edifici di via Lorenteggio 179 e 181» annunciano un anno fa. Al momento è in via di definizione l'accordo per il piano di intervento, che utilizzerà risorse di Comune, Regione e fondi Ue. Anche Aler propende per l'abbattimento.

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