Nuovi poveri, l'emergenza nell'emergenza Covid. Precari lasciati a casa perchè l'azienda è chiusa fino a data da destinarsi, commercianti che rischiano il fallimento. Con i sostegni promessi dal governo al ralenty è scattata la caccia a una liquidità immediata, che spesso si traduce con la vendita di oro tenuto nel cassetto per i tempi peggiori. Ma anche le oreficerie sono coinvolte nella serrata. Il presidente dei Banchi Metalli Preziosi (che rientra nell'associazione orafa lombarda) Umberto De Giovanni, titolare del banco metalli più antico della città, dal 1937 in via Santa Maria Fulcorina, ha inviato una lettera al ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli in vista del prossimo decreto che fisserà quali attività possono tornare operative dal 14 aprile. «Chiediamo la possibilità di riaprire in fretta i nostri esercizi commerciali per l'acquisto e la vendita di oro da investimento, le continue richieste che ci provengono da cittadini a cui serve liquidità immediata - si legge - ci spingono a chiedere questa autorizzazione».
De Giovanni puntualizza che i Banchi Metalli sono cosa ben diversa dalle migliaia di «compro oro» sparsi sul territorio nazionale. In tutta Italia sono solo trecento, circa quaranta in tutta la Lombardia e una decina a Milano. Devono essere autorizzati dalla Banca d'Italia e sono sottoposti a un controllo rigidissimo su acquisti e valutazioni dell'oro, in più gli operatori professionali sono abilitati a comprare anche sterline, monete, lingotti, «siamo più vicini a una banca o ad un servizio finanziario» specifica, «con la differenza che solo noi abbiamo dovuto chiudere». E tra le misure che un banco metalli deve rispettare per ottenere la licenza da Bankitalia ce ne sono un paio che già rendono queste attività in linea con le disposizioni di salvaguardia sanitaria: «Il distanziamento tra persone? Già lo rispettiamo perchè va fatto entrare nei locali un cliente alla volta - spiega il presidente - e già abbiamo tutti montato un vetro divisorio tra operatore al banco e cliente». De Giovanni si augura che la richiesta venga accolta dal governo perchè sta tastando personalmente il polso della crisi, anche a Milano: «Nella norma ricevevamo 6/8 richieste al giorno, dopo l'emergenza oltre una dozzina, in parte da clienti storici ma anche da gente che cerca su internet qualche soluzione per monetizzare subito e ci contatta. C'è una forte crisi». Anche Il presidente dell'associazione nazionale Tutela il comparto oro ha inviato una lettera analoga al governo, ribadendo ancora che serve riaprire le attività degli operatori professionali in oro «per garantire ai cittadini privati e alle imprese di settore una fondamentale fonte di approvvigionamento di risorse liquide che in questo particolare frangente risulterebbe di estrema utilità».
Il consigliere di Forza Italia Alessandro De Chirico si unisce all'appello:
«Tantissime persone sono in ginocchio. Ci sono persone disperate e ho scritto a parlamentari azzurri perchè la richiesta delle associazioni arrivi a Roma. Riaprire questi negozi sì, monitorando che non ci siano speculazioni».
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