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«Ragazza autistica esclusa L'ispezione aiuterà altri»

Il provveditore sulla scuola di Legnano «La morte della preside ha portato a sottovalutare i bisogni della famiglia»

Sabrina Cottone

Una ragazzina autistica esclusa dai compagni, un'ispezione a scuola, la gita sospesa. Marco Bussetti, da provveditore agli studi, ci spiega come è precipitata così la situazione in una scuola media di Legnano?

«La scuola, a cui tocca gestire la vicenda, e che dovrebbe essere governata da un dirigente scolastico, ha visto la malattia e la scomparsa improvvisa della preside, che aveva cercato fino a quel momento di seguire la situazione. Era un'ottima dirigente e un'ottima persona e il fatto che la scuola abbia perso la sua guida ha fatto sottovalutare il bisogno della ragazza e della sua famiglia».

Quali errori sono stati commessi nell'affrontare la vicenda?

«Ho saputo venerdì sera delle note trasmesse dalla famiglia e la prima cosa che ho fatto è stata voler verificare con la massima trasparenza la vicenda. Così ho chiesto un'ispezione per mettere in chiaro anche eventuali responsabilità».

Sospendere la visita a Mauthausen, come ha chiesto anche la famiglia, è una risposta adeguata? Andare in un luogo teatro di grandi orrori non avrebbe potuto essere un aiuto a riflettere?

«Mi sono sentito con i responsabili del ministero e si è convenuto che era opportuno sospendere la visita: fa parte delle strategie educative per far comprendere che ciò che è stato fatto era scorretto. Mauthausen era uno dei luoghi in programma, ma si trattava di un viaggio in Austria, a Linz, Salisburgo, alle miniere di sale. Non era il clima adatto a partire».

I ragazzi nelle loro chat definiscono «una grande responsabilità» condividere la stanza con una ragazza autistica. Lei che ne pensa?

«Le scuole si muovono in diversi modi. Alcune volte i ragazzi dormono con un insegnante, altre volte con i ragazzi. Dipende dalla situazione concreta e quindi non posso esprimermi, anche perché non ho letto quei messaggi. Ma è chiaro che sono accadute cose che hanno disturbato la famiglia, anche se non è stata la scuola a escluderla, perché ancora ieri, se la bambina voleva partire, poteva tranquillamente andare. In questi tre anni la ragazza ha sempre avuto una vita serena. Ricordiamoci che siamo a un mese e mezzo dalla fine della terza media».

Ma secondo lei è stato un caso di discriminazione o di paura, più o meno comprensibile?

«Sembrerebbe di sì, che ci sia stata discriminazione, ma vorrei valutare alla luce di quel che ci dirà la visita ispettiva. Tiriamo fuori la verità. Se dovessero emergere responsabilità amministrative, che potrebbero esistere, naturalmente provvederemo. Poi spiace moltissimo ma può essere un'esperienza che potrebbe servire anche ad altre scuole».

La scuola come aiuta l'integrazione dei ragazzi con maggiore difficoltà?

«Solo in provincia di Milano abbiamo 12950 alunni disabili con 6445 insegnanti di sostegno che quotidianamente operano nelle nostre scuole, lavorando fianco a fianco delle famiglie. Stiamo lavorando tantissimo sulla formazione dei docenti con professori di alta competenza».

Ma chi forma i ragazzi e le famiglie? Questa sembra una questione almeno altrettanto importante.

«Le famiglie sono un elemento fondamentale e ci sono corsi

anche per loro. Il fatto che la mamma si sia lamentata e abbia fatto presente il proprio dolore, chiedendo di sospendere la gita, è un fatto positivo. Anche adesso dico: guardiamo come vanno le cose e poi lavoriamo insieme».

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