Oltre ad avergli sottratto mezzo milione, si era fatto intestare il 50 per cento di due appartamenti e si era installato gratuitamente in una terza casa, mettendogli pure a carico i consumi. Ma il «boccone grosso» sarebbe arrivato alla morte dell'anziano, che il truffatore aveva convinto a sottoscrivere un testamento a suo favore. Sogni andato in fumo per l'intervento della magistratura che ieri lo ha condannato a 7 anni per circonvenzione di incapace, più la restituzione del maltolto e l'annullamento del testamento.
Francesco Papale insieme alla sua compagna Bernardina Procopio, entrambi di 54 anni, conosce nel 2008 R. C., facoltoso ex imprenditore di 87 anni, ormai un po' malfermo di salute e di testa. Riesce a entrare nelle sue grazie e in breve a spremerlo come un limone. Nel giugno 2008 Papale si fa commissionare un servizio di piatti in oro da 16 chili valutato prima 300mila euro, poi 600mila per il fluttuare dell'oro. E con questa giustificazione, riesce a estorcergli anche gioielli per altri 14mila euro. Quindi acquista diamanti per 23mila euro che fa ricomprare alla vittima sotto forma di parure, consegnandogli invece una collana usata. E ancora acquista un orologio Cartier, un piatto d'argento, quattordici penne di marca e quattro borse di coccodrillo. Senza contare continui versamenti, due appartamenti cointenstati e un terzo in porta Romana dove vive gratuitamente, consumi compresi, e i 1.500 euro di pensione della sorella dell'ex imprenditore, incassati fino ai primi mesi del 2013 quando venne arrestato in seguito alla denuncia della figlia dell'ex imprenditore.
Arriviamo così al «redde rationem»: Bernardina Procopio sente odore di stangata, patteggia due anni ed esce dal processo. Papale va invece a giudizio, il pm chiede per lui 10 anni, i giudici, più clementi, glie infliggono sette.
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