Ramelli, danni al murales E poi lo sfregio del sindaco

Ramelli, danni al murales E poi lo sfregio del sindaco

Qualcuno una volta disse: «Signore, la stupidità è un diritto, ma lei ne sta abusando». Sicuramente di questo diritto hanno largamente abusato gli ignoti che l'altra notte in via Paladini hanno rotto il vetro davanti al murales di Sergio Ramelli. Un gesto comunque vile, ma che in questi giorni può solo alzare ulteriormente la tensione. E non scherza neppure il sindaco Giuliano Pisapia che, solito mandare i suoi assessori anche alle feste di condominio, alla commemorazione del ragazzo massacrato sotto casa da Avanguardia Operaia, spedirà un paio di uscieri e un mazzolino di fiori.
Si avvicina dunque l'anniversario della morte del giovane missino, sprangato a morte sotto gli occhi della madre il 13 marzo 1975, morto poi il 29 aprile. Un mese terribile per la città, lo stesso in cui morirono anche due ragazzi di sinistra, Claudio Varalli, 17 anni, e Giannino Zibecchi, 28. Quarant'anni e quasi 400 morti dopo, ci dovrebbe essere spazio solo per l'umana pietà invece ogni volta all'avvicinarsi del 29 riprendono a rullare i tamburi di guerra. I gruppi di destra, come al solito hanno chiesto il permesso per un corteo serale da piazzale Susa fin sotto casa di Ramelli. Alle 22 poi altra manifestazione in piazza Piola per ricordare il consigliere provinciale Enrico Pedenovi, ucciso da Prima linea il 29 aprile del 1976. Per contrastare l'evento, l'ultra sinistra aveva chiesto il permesso per un presidio (indovina un po'?) proprio a piazzale Susa, il pomeriggio del 29. Ovviamente il questore l'ha negato facendo infuriare gli estremisti e così, per tenere bassa la pressione, anche alla destra sono arrivati proibizioni: niente croci celtiche, niente tamburi, niente saluti romani. In un crescendo di polemiche, l'ultra sinistra ha già annunciato che alle 19 sarà in piazza Oberdan. Richiesta accolta «con riserva» dalla polizia.
In questo contesto è arrivata l'altra notte la bella trovata dei soliti ignoti che in via Paladini, hanno spaccato la lastra di vetro che copre il murales in memoria del giovane ucciso. I camerati sono furiosi e hanno già annunciato che inizieranno subito le ronde per impedire altri atti vandalici. Non un bel segnale. Anche se per il 29 è quasi sicura la quasi totale accoglienza delle richieste del questore: nessuno vuole sporcare la memoria di Ramelli con degli scontri in piazza.
Nel mezzo il «sindaco gentile», come lo chiamano i suoi turibolanti, che tanto in mezzo non sta visto che ha dichiarato «Va bene commemorare il ragazzo, ma senza cortei, per evitare parate naziste proprio a ridosso del 25 aprile». Come se Ramelli, per dispetto, avesse deciso di morire proprio il 29. E, giusto per non farsi mancare nulla, ha già deciso che alla cerimonia non parteciperà né lui né la giunta, ma solo un paio di uscieri con un mazzolino di fiori in mano. «Vergognosa l'assenza di Pisapia» tuona Giulio Gallera di FI.

«Morti di serie B» replicano Riccardo De Corato e Marco Osnato di Fratelli d'Italia che poi aggiungono: «Giusto commemorare Ramelli? Ma allora perché Pisapia non lo fa, visto che è sindaco? Non può chiedere conciliazione, se poi è il primo a sfilarsi».

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