Rapì la modella inglese: polacco condannato a 16 anni e nove mesi

Herba ha sempre sostenuto che il sequestro era concordato. Il pm: Chloe poteva morire

Rapì la modella inglese: polacco condannato a 16 anni e nove mesi

Lui ne esce con una condanna a 16 anni e nove mesi di carcere. Lei, aveva dichiarato, con un trauma difficile da superare. E, a detta dell'avvocato dell'imputato, con una carriera da attrice avviata e un nuovo «boyfriend facoltoso». La strana storia di Lucasz Herba e Chloe Ayling è arrivata ieri all'epilogo giudiziario (di primo grado). La Corte d'assise ha appunto condannato il giovane polacco per il rapimento a scopo di estorsione della modella inglese. Herba era in aula, con l'interprete a fianco e l'aria smarrita. Chloe non ha partecipato alle udienze, ma era parte civile nel processo rappresentata dall'avvocato Francesco Pesce.

Il sequestro era avvenuto tra l'11 e il 17 luglio dello scorso anno. I giudici hanno concesso a Herba le attenuanti generiche. Il pm Paolo Storari aveva chiesto una condanna a 16 anni e otto mesi. Aveva anche sollecitato il riconoscimento dell'attenuante della «lievità del fatto». Il reato di sequestro di persona a scopo di estorsione prevede infatti pene fino a 30 anni. Secondo le indagini, la modella è stata tenuta prigioniera prima in un appartamento nel milanese e poi in una baita in provincia di Torino. Alla fine venne rilasciata dallo stesso rapitore, impietosito, disse lui, dal fatto che la giovane aveva un figlio piccolo. Per gli inquirenti, Herba era un «mitomane avventuriero» che voleva accreditasi sul deep web, dove forse intendeva «vendere» la modella, con la complicità del fratello Michal (in attesa di estradizione dall'Inghilterra). Avrebbe anche chiesto un riscatto al manager e alla famiglia di Chloe di 300mila dollari, scesi poi a 50mila.

La lievità del fatto è stata motivata dal pm con la breve durata del sequestro e perché alla fine l'imputato «ha portato Chloe al consolato». Ma anche con le «condizioni soggettive» del polacco che sarebbe affetto da «disturbo narcisistico della personalità» (era stata chiesta una perizia psichiatrica, non concessa dalla Corte). Il giovane, ha spiegato il pm, ha reso dichiarazioni «fantasiose», come quella di aver fatto parte del Mossad e dell'Fbi. Tuttavia, per l'accusa, ha drogato, legato e chiuso la modella in un borsone. Trattandola «come una cosa» e mettendola in pericolo di vita: poteva essere allergica alla ketamina o claustrofobica. La versione della giovane è per Storari «più che riscontrata dagli elementi probatori». Herba ieri ha reso dichiarazioni spontanee. Si è scusato con la vittima, aggiungendo però che «le cose non sono andate come lei dice». Il rapimento sarebbe stato simulato e concordato «solo per farla diventare famosa». Il ragazzo ha concluso: «Aveva bisogno di aiuto, perché era senza soldi e io ne ero innamorato. Spero che ricambierà il mio sentimento». Il difensore, l'avvocato Katia Kolakowska, chiedendo l'assoluzione, ha spiegato che Chloe si sarebbe ispirata per la messa in scena a un film inglese uscito proprio nel periodo del rapimento. Ha ribadito che alcuni testimoni avevano visto vittima e rapitore mano nella mano e a fare spese insieme. Che la modella poteva scappare in ogni momento. «L'unica persona avvantaggiata nella vicenda è lei - ha aggiunto -.

È anche andata a Hollywood». Herba dovrà risarcire la ragazza in sede civile e intanto pagare una provvisionale di 60mila euro. «Sono felice - ha detto la giovane attraverso il legale -, ringrazio tutti coloro che hanno creduto a ciò che dicevo».

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