Il rapper "24K" condannato per gli spari

Per lui 2 anni e 3 mesi, nello scontro ci fu anche un egiziano ferito grave

Il rapper "24K" condannato per gli spari

È stato condannato a 2 anni e 3 mesi Islam Abdel Karim, il rapper 32enne «Kappa_24K», arrestato il 4 febbraio e accusato di «detenzione e porto di arma da sparo ed esplosione in aria di più colpi» in «luogo pubblico affollato» per aver preso parte alla sparatoria dell'8 gennaio in piazza Monte Falterona a San Siro. A deciderlo il gup Tiziana Gueli che con rito abbreviato ha anche condannato a 8 anni di reclusione il pregiudicato per fatti di droga Carlo Testa, 51 anni e finito in carcere per tentato omicidio. Entrambi gli imputati sono ancora detenuti ed erano presenti in aula. Sarebbe stato Testa, stando alle indagini della Squadra mobile e del pm Stefano Civardi, a ferire gravemente un 26enne egiziano, ma il vero obiettivo era proprio «24K». Per Testa, difeso dal legale Niccolò Vecchioni, la procura aveva chiesto 10 anni, ma il giudice ha escluso l'aggravante dei futili motivi. E per «24K», difeso dall'avvocato Robert Ranieli, il pm aveva chiesto 2 anni e 8 mesi.

La sparatoria era seguita ad un'escalation di violenze che avevano visto contrapposti due gruppi di rapper, quelli di San Siro e quelli di piazza Prealpi. Tra i motivi della lite gli sfottò tra le due «crew» sul web, il cosiddetto «dissing» (gara d'insulti), ma anche, pare, la spartizione dei compensi delle case discografiche. Testa, secondo le indagini, avrebbe cambiato fronte passando al gruppo antagonista di piazza Prealpi (diverso da quello di «24K» e altri), di cui farebbero parte anche i rapper Rondo da Sosa, Simba la Rue e Keta, anche loro noti alle cronache. Un testimone aveva messo a verbale che poco prima della sparatoria uno dei rapper in una videochiamata aveva detto: «Venite qui, siamo in piazza Falterona, vi sparo in faccia». Intercettato l'11 gennaio scorso «24K» diceva «se lo becco io prima che lo trovino le forze dell'ordine (riferendosi a Testa, ndr) lo mando in coma (...) a me viene a fare questo (...) mi fai l'agguato con trenta persone, figlio di p..., infame». La difesa chiedeva che il rapper venisse assolto «per non aver commesso il fatto», perché avrebbe usato una «pistola ad aria compressa, di quelle che usa spesso nei suoi video musicali».

Il legale di Testa aveva evidenziato che dai filmati acquisiti delle telecamere puntate sulla piazza si vedeva che quella sera Testa scese dalla macchina e fu subito accerchiato da «10-15 persone» del gruppo rivale. Almeno tre di queste, secondo la versione dell'imputato, erano «armate», lui riuscì a disarmarne una e sparò tre colpi «per difendersi» e uno di questi colpì l'egiziano che «faceva parte degli aggressori».

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