La reclute russe? Innamorate e sull'attenti

«Gaudeamus» fa irruzione nel cuore degli ambienti militari

Ancora tre repliche (le sere di oggi e domani, il pomeriggio di domenica) per vedere Gaudeamus, di Lev Dodin, spettacolo tornato al Piccolo Teatro Strehler dopo 15 anni. A Milano si vide, per la prima volta, al Lirico nel 1992. Il lavoro debuttò in Russia nel 1990, poco dopo la caduta del muro di Berlino. Era lo spettacolo di fine corso degli allievi di Dodin, a Leningrado (oggi San Pietroburgo). La storia è quella di un plotone di reclute, che affrontano repressioni e durezze politiche e militari, addolcite però dall'amore che la giovane età pretende. Il Gaudeamus di adesso è ovviamente interpretato da altri attori, sempre del Maly Drama Teatr e dell'Accademia che Dodin dirige.Lev Dodin (71 anni), uno dei drammaturghi più famosi del mondo, è una vera autorità del teatro russo, fin dai tempi di Gorbaciov. A Milano ha sempre avuto ottima accoglienza, in un teatro che gli è fratello per ricerca e autorevolezza, ovvero il Piccolo fondato da Strehler. Nelle sue messinscene, conta molto l'aspetto fisico degli attori, cui il regista chiede una sorta di acrobazie, accompagnate da musica (suonata dagli stessi interpreti, ognuno ha il suo strumento). Lo spettacolo è tratto da Battaglione di costruzione, di Sergeij Kaledin.

Dura due ore e dieci minuti, senza intervallo. È in russo, con sovratitoli in italiano. Né la lunghezza né la lingua sono validi motivi per rinunciare a uno dei lavori più interessanti dell'intera stagione. Info su orari e biglietti: www.piccoloteatro.org.

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