La moschea di Sesto San Giovanni torna alla ribalta. Il progetto di un grande centro islamico in via Luini è in dirittura d'arrivo. E anche se al Pirellone non ne sembrano entusiasti, il centro islamico da 2.400 metri quadrati sembra destinato a non incontrare altri ostacoli. La Regione ha approvato circa un anno e mezzo fa la legge anti-moschee, è vero, e il contenuto delle norme sui nuovi luoghi di culto è molto vincolante. L'iter urbanistico del centro di Sesto, però, è iniziato e si è in gran parte compiuto, prima delle legge regionale del 2015, e quindi non dovrebbe essere soggetto alle sue stringenti prescrizioni. Il condizionale è legato alla possibilità che una sentenza del Tar su un caso analogo, a Bergamo, dia ragione al Comune e non al centro islamico. In quel caso si riproporrebbe una possibile applicazione parzialmente «retroattiva». Altrimenti, via libera
Il Comune va avanti ma il centrodestra è contrarissimo. E l'assessore regionale Viviana Beccalossi, che martedì ha compiuto un sopralluogo in via Luini, non fa molto per nasconderlo. «Sono particolarmente colpita dal fatto che l'imam che mi ha accolto, in modo molto gentile, si è presentato alla porta e si è capito che non aveva idea di chi fossi. Visto che sono considerata una delle artefici della legge cosiddetta anti-moschee, questo dimostra che vivono in un mondo parallelo. E l'integrazione è pari a zero».
Come detto, i margini perché qualcosa possa fermare la moschea sono molto ridotti. «Ho chiesto di fare tutti gli approfondimenti sul rispetto di tutte le norme vigenti - dice l'assessore - Se il sindaco la vuole a tutti costi e la mette fra le sue priorità ...Io sono convinta del contrario e se si dovesse fare un referendum fra i sestesi, ciò che noi ci eravamo proposti con la nuova legge, ne avremmo la conferma. È ovvio che questa non sarà la moschea solo di Sesto ma anche di migliaia di musulmani di Milano e dell'hinterland. Anche per questo penso che i sestesi non ne sarebbero entusiasti». «Intanto - conclude l'assessore - mi piacerebbe che il sindaco, oltre a dare il via libera alla moschea, facesse anche un bel presepe a Sesto, dove è appena arrivato l'albero di Natale dal Trentino».
Anche la Lega Nord chiede un referendum. «Mentre la Regione Lombardia regalerà a Sesto la Città del salute, una grande eccellenza - commenta il consigliere regionale Jari Colla - la giunta comunale sarà ricordata per aver lasciato a Sesto la più grande moschea della Lombardia. Noi questa giunta la bocciamo senza appello. Con le ultime, ha trasformato Sesto, la città che si svegliava al suono delle sirene, in una città che si sveglierà al canto del muezzin». «Nel 2010 noi lo abbiamo fatto un referendum di piazza aperto a tutti, perché il Comune non voleva una consultazione istituzionale. Ci furono oltre 3mila voti, quasi tutti contrari, fra cui un centinaio di stranieri». «Non dobbiamo dimenticare - aggiunge Colla - che stiamo parlando di una religione che non ha mai sottoscritto alcuna intesa con lo Stato. E vorremmo sapere da dove arrivano i soldi.
Inoltre il progetto prevede spazi separati fra uomini e donne. Che noi possiamo permettere una cosa del genere mi pare una follia. Domenica - conclude il consigliere regionale - a Sesto con il nostro segretario Matteo Salvini parleremo anche di questo».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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